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Prima campanella

Covid, scuole e ripartenza: doppi turni e trasporti le spine nel fianco

L'entrata alle 8 e alle 9.40 alle superiori non piace ai presidi che chiedono maggiore flessibilità. Un inizio di nuovo anno che si presenta già in salita

Il nuovo anno scolastico è alle porte, ma l'inizio, previsto da calendario regionale per lunedì prossimo, già si presenta in salita. Le questioni spinose sono sempre le stesse, le medesime che nella precedente annata hanno creato non pochi disagi al personale scolastico e agli studenti: doppi turni di ingresso e di uscita e piano trasporti.

In una recente comunicazione dell'Ufficio scolastico regionale, a firma del direttore generale Rocco Pinneri, si è specificato che «non saranno previste prescrizioni sugli orari di ingresso per le scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di primo grado. Queste scuole dovranno, comunque, aver cura di evitare ogni assembramento in ingresso e uscita. Quanto alle scuole secondarie di secondo grado, l'orientamento dei tavoli coordinati dai Prefetti è quello di prevedere due orari di ingresso, da rispettare rigorosamente: ore 8, per il 60% degli studenti, ore 9.40, per il 40% degli studenti. La suddivisione degli ingressi a scuola in due orari distinti rimane necessaria per non superare i livelli consentiti di occupazione dei mezzi pubblici; il trasporto pubblico locale, comunque, è stato potenziato mediante l'acquisto o il noleggio di tutti i mezzi disponibili sul mercato.

La seconda fascia di ingresso è anticipata di 20 minuti rispetto allo scorso anno scolastico, per venire incontro alle richieste formulate dalle parti sociali e dagli studenti. Non sarà possibile adeguare questi orari in autonomia, nemmeno per pochi minuti, anche se sarà possibile chiedere al mio Ufficio deroghe. Sinché non saranno valutate le richieste di deroga, tutte le scuole dovranno, comunque, rispettare gli orari indicati.

Questi orari dovranno essere rispettati da ciascuna scuola. In alternativa, è possibile anche assicurarne il rispetto in via complessiva mediante accordi tra scuole contigue, a condizione che si tratti di scuole servite esattamente dagli stessi mezzi pubblici. Ad esempio due scuole contigue o prospicienti potrebbero accordarsi affinché una utilizzi il solo orario delle 8 e l'altra unicamente quello delle 9.40, purché la prima scuola sia frequentata dal 60% degli studenti complessivi di entrambe.

Inoltre, sarà possibile continuare a organizzare le lezioni anche di sabato, per le scuole che già l'abbiano fatto nell'anno scolastico 2020/2021».
L'organizzazione prospettata non entusiasma i presidi tanto che Anp Lazio, tramite il proprio presidente Cristina Costarelli, ha scritto all'Usr evidenziando che «in riferimento alla nota 33665 dell'1 settembre 2021 che prevede le due fasce orarie di ingresso alle 8 e alle 9,40 per le scuole superiori, siamo a ribadire (come già espresso nella nostra comunicazione del 29 agosto) massima preoccupazione per le difficoltà organizzative che ne conseguono. La definizione di tale orario è compatibile soltanto considerando le prime due ore di lezione a 50 minuti: si chiede pertanto che la riduzione di tali 2 ore possa essere ritenuta causa di forza maggiore per tutte le scuole (CCNL scuola 2006/2009 art.28 comma 8, circolare 243/79, circolare 192/80) e quindi senza necessità di recupero dei minuti di riduzione, dal momento che non si tratta di una scelta degli organi collegiali (che comunque procederebbero a formale deliberazione in tal senso).

L'unica soluzione praticabile di recupero della riduzione oraria potrebbe essere quella di prevedere moduli a distanza, strada non percorribile secondo la normativa vigente che dispone esclusivamente la didattica in presenza».
Poi c'è il piano trasporti in via di definizione di cui ancora non si conoscono i dettagli. Intanto, questa mattina alle 11 i presidi ciociari in modalità telematica si confronteranno con il delegato provinciale all'istruzione, Alessandra Sardellitti, per segnalare criticità e soluzioni da portare poi all'attenzione del tavolo prefettizio.

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