Spazio satira
Il caso
30.06.2021 - 14:30
Si è accomodato sul banco dei testimoni e per quasi due ore e mezzo e ha cercato di smontare a una a una tutte le accuse. Nel processo per le autorizzazioni integrate ambientali l'ex dirigente provinciale all'Ambiente Umberto Bernola, unico tra gli imputati, si è sottoposto all'esame, rispondendo alle domande del suo difensore, avvocato Domenico Marzi, e a un paio di domande finali del presidente del collegio giudicante, il giudice Giuseppe Farinella.
Il pm Adolfo Coletta, invece, ha rinunciato a fare domande. Anche se, a un certo punto, tra i due c'è stato un piccolo screzio, subito ricomposto.
Bernola diventa dirigente nel marzo del 2014 e dice: «quando entrai trovai una situazione molto critica».
Chiese una relazione per cui concluse che «la situazione era disastrosa perché non c'era personale».
Bernola afferma che erano pendenti 500 pratiche per autorizzazioni allo scarico, 400 per le emissioni in atmosfera e 20 Aia che dovevano essere immediatamente revisionate con 4 Aia annullate dal Tar.
Quindi rileva: «sulle Aia non c'era nessuno, le dovevo fare io come dirigente». Spiega che quando l'ufficio era retto dall'ingegner Fraioli «c'erano 15/20 collaboratori per una spesa di 440.000 euro in soli due anni».
Conclude, rispondendo al presidente, di aver fatto 118 conferenze di servizi, cercando di dare la precedenza agli impianti sotto sequestro, un centinaio all'epoca.
Contesta come sostiene l'accusa di esser stato messo al posto di Fraioli perché questi era rigoroso e lui, invece, avrebbe assecondato i desiderata del commissario Patrizi.
Rimarcando «rifarei tutto e nello stesso modo».
Contesta le accuse sui procedimenti specifici, spiegando le procedure, le conferenze di servizi e i perché degli atti concessi, negati o revocati.
Definisce legittimi i provvedimenti adottati, tra gli altri, per la Reno de Medici (per la discarica di rifiuti non pericolosi) e la Acs Dobfar (spandimento dei fanghi), rivendicando la revoca dell'autorizzazione per il depuratore di Settefrati e la chiamata della Ombres.
Queste le accuse: per la sostituzione dell'ex dirigente all'Ambiente Angelo Fraioli con Bernola, contestati l'abuso d'ufficio e la corruzione all'ex commissario della Provincia Giuseppe Patrizi. Corruzione per Bernola, abuso d'ufficio a Patrizi, Bernola, al dirigente della Provincia Ferdinando Riccardi, Stefano Nerviani, Veronica Arciuolo e Mino Leo Marucci per l'Aia alla Reno de Medici; abuso d'ufficio a Patrizi, Bernola, Riccardi, ai dirigenti Asi Masimiliano Ricci e Claudio Ferracci per l'autorizzazione allo scarico del depuratore Asi di Ceccano; abuso d'ufficio a Bernola, Patrizi, Ferracci e alla consulente Tiziana Ombres per l'autorizzazione alle caldaie del depuratore Asi di Ceccano; abuso d'ufficio per Bernola, Riccardi, Valentino Piergianni e Marco Falciani per l'Aia alla Acs Dobfar per lo spandimento di fanghi; corruzione per Patrizi e Piergianni per la pratica Dobfar; abuso d'ufficio per Bernola, Piergianni e Falciani per la conferenza di servizi della Dobfar; abuso d'ufficio per Patrizi, Bernola e il sindaco di Settefrati Riccardo Frattaroli per l'autorizzazione all'uso del depuratore di Settefrati alla festa della Madonna di Canneto; usurpazione di funzione pubblica per la nomina della Ombres come consulente; per la quale viene contestato l'abuso d'ufficio a Bernola, Patrizi, Patini e alla stessa Ombres.
Seguono altri abusi d'ufficio per le Aia "minori" alle altre aziende (Elio, Luna e Pietro Nobili, Giordano Pigliacelli e Ivan Gazzetti).
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Sandro Salera, Nadia Patrizi, Domenico Marzi, Fonderico, Tony Ceccarelli, Marco Pizzutelli, Paola Pagliarella, Giampiero Quadrini, Vincenzo Galassi, Federico Pezzani, Maria Binda, Antonio Mucciarelli, Pierluigi Varischi, Fabio Re Ferrè, Luigi Plati, Angela Caprio, Fernando Picchi e Angelo Testa. Parti civili l'ex dirigente provinciale all'Ambiente Angelo Fraioli, la Provincia e l'associazione Tolerus di Ceccano attraverso gli avvocati Giuseppe Dell'Aversano, Daniele Colasanti, Chiara Masi e Filippo De Santis.
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