Spazio satira
Il punto
25.06.2021 - 10:30
Gianluca Quadrini
Piove sul bagnato. Ieri un'altra pesante tegola per l'ex presidente e poi commissario pro-tempore della XV comunità montana di Arce "Valle del Liri", Gianluca Quadrini. Poche ore prima dell'inizio della perquisizione delle Fiamme gialle sia nella sua abitazione che negli uffici - quello della fondazione Cicerone di Arce, quello di rappresentanza politica di Sora nonché nel palazzo della Provincia di Frosinone in piazza Gramsci - era arrivato il pronunciamento del Tar sul ricorso proposto nell'ambito del pasticcio della revoca, proprio in seno alla Comunità montana.
Nell'inchiesta ancora alle battute iniziali aperta dalla procura per far luce sulla correttezza nel concorso indetto dalla stessa Comunità montana per l'assunzione di un agente nel Comune di Villa Santa Lucia, Quadrini - consigliere di minoranza di Arpino e consigliere provinciale, ex capogruppo di Forza Italia a Palazzo Iacobucci e che proprio in questi giorni aveva annunciato (sembrerebbe) il suo passaggio nella Lega - ci è finito nel ruolo di ex presidente dell'ente montano. E a suo carico vengono avanzate due ipotesi: quella di rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio e quella di abuso di ufficio. Ipotesi che risalgono a contestazioni del maggio 2019 e che dovranno ovviamente essere comprovate.
Tar: il pasticcio della revoca
A far finire Quadrini davanti al Tar, la "querelle" della revoca: presunti ritardi nella presentazione dei bilanci iniziali e finali di liquidazione dell'ente montano, poi l'allontanamento di Quadrini e del suo vice e la scelta di una nuova guida affidata a Rossella Chiusaroli che si è insediata a fine marzo alla "Valle del Liri".
Ma Gianluca Quadrini e Amilcare D'Orsi (sub commissario) presentano ricorso al Tar per contestare la decisione di Zingaretti e spiegare le loro ragioni «trovandosi nella stessa condizione degli altri commissari, invece confermati». E, in questa vicenda amministrativa, l'ex commissario si affida all'avvocato Massimo Di Sotto.
Una storia complessa, che a seguito della richiesta di presentazione dei motivi aggiunti dopo gli elementi proposti dagli avvocati Antonio Valente e Nadia Di Salvo - per la Comunità montana - è slittata all'udienza di mercoledì scorso. La discussione in mattinata e in tarda serata la decisione: istanza cautelare rigettata. Ora si attende il merito. Quadrini, intanto, subito dopo la decisione del Tar ha dichiarato di rispettare la decisione ma di non condividerla: «Prendo atto della pronuncia e valuterò se proporre appello». Poi, poche ore dopo - cioè ieri mattina - il terremoto dell'inchiesta della Finanza. Un'altra tegola.
E Rossella che fa?
Intanto Rossella Chiusaroli, ora a guida della Comunità montana finita sotto la lente della procura per il concorso del 2019, che fa? Si costituirà parte civile?
«Non conosco ancora cosa sia accaduto. Mi riservo di capire: non ero qui nel 2019 e non sono a conoscenza dei fatti. Né ho contezza dell'attività in essere».
Il nuovo commissario, dunque, ci va con i piedi di piombo e si riserva qualsiasi valutazione prima di conoscere gli atti, per poter capire la situazione. E ponderare se e cosa fare.
Indagati in attesa
Intanto gli indagati, che restano in attesa di capire, dovranno rimboccarsi le maniche. Dovranno cioè valutare cosa fare, dopo le perquisizioni e i sequestri di ieri mattina che hanno riguardato anche diverse sedi comunali. Alcuni, attraverso i loro legali - tra cui gli avvocati Vittorio Salera, Sandro Salera, Giacomo Delli Colli e Gianrico Ranaldi - stanno valutando come muoversi. Stanno cercando di capire meglio alcuni passaggi dell'inchiesta che, lo ricordiamo, non è affatto conclusa.
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