Spazio satira
Tragedia sfiorata
31.03.2021 - 16:30
Vìola le disposizioni del giudice che gli aveva vietato di andare a prendere all'uscita di scuola il figlio che la compagna ha avuto con una relazione precedente, e tenta di investire il padre del piccolo che lo aveva scoperto.
È un nuovo capitolo drammatico di una vicenda che va avanti da qualche anno e che questa volta ha sfiorato la tragedia. L'ex compagno della donna, aveva ha ottenuto dal Tribunale di Cassino un decreto che ordinava alla ex compagna, di evitare che il suo nuovo compagno frequenti il figlio minore della coppia, al fine di evitare confusione della figura genitoriale maschile (il bimbo ha 5 anni), ed ha specificato che non può andare a prenderlo a scuola.
Attualmente la coppia è seguita dai servizi sociali (Formia e Spigno Saturnia) che devono vigilare sul rispetto del decreto da parte della donna, e dal consultorio familiare di Minturno che invece è incaricato di seguirli in un percorso di sostegno alla genitorialità.
Qualche tempo fa il padre si è trovato a passare di fronte la scuola del figlio, nella frazione di Penitro, all'orario di uscita, e ha visto che fuori dall'istituto era parcheggiata l'auto dell'attuale compagno della ex.
Si è avvicinato per verificare se stava avvenendo una nuova violazione del decreto (la donna più volte non ha rispettato le disposizioni del giudice, motivo per cui è stata querelata più volte) e ha trovato la ex ed il compagno che stavano tranquillamente caricando il figlio in auto. Ha quindi chiamato i carabinieri chiedendo l'intervento di una pattuglia per far accertare quanto stava accadendo e poi è iniziata una discussione tra le parti.
Ad un certo punto, l'attuale compagno, alla guida dell'auto e con il piccolo in auto, avrebbe tentato di investire l'uomo che è riuscito a schivare parzialmente l'autovettura, ma comunque è stato travolto, finendo per sbattere torso e capo sul cofano dell'autovettura per poi finire a terra sbattendo nuovamente la testa. Una scena choccante per il piccolo vedere il padre investito.
L'uomo, sempre secondo quanto denunciato ai carabinieri, si sarebbe fermato solo per dirgli che gli avrebbe fatto pagare i danni all'auto e poi sarebbe scappato. I certificati medici raccontano le lesioni riportate in seguito all'investimento. È stata depositata querela presso i Carabinieri contro la donna, per la violazione del decreto, e contro il suo compagno per tentato omicidio, omissione di soccorso o in subordine, per lesioni.
Da precisare che atteggiamenti provocatori si erano registrati anche l'anno scorso per Il denunciato si sarebbe fermato solo per dirgli che gli avrebbe fatto pagare i danni all'a u to cui era stato denunciato: l'uomo aveva bloccato in una stradina parcheggiando dietro la sua autovettura non permettendogli di fare manovra, per poi portarsi la mano alla gola facendo il gesto di sgozzamento, in un'altra occasione lo avrebbe inseguito per un tratto di strada tentando di speronarlo dopo che lui è riuscito a scappare in auto tagliando per un campo.
Su questi come per altri episodi sono state presentate delle denunce-querele ma al momento la Procura ancora non ha disposto provvedimenti. «Purtroppo ci si trova di fronte all'ennesimo episodio violento e spiacevole che contraddistingue l'operato di chi ha deciso esplicitamente di non rispettare un provvedimento del Tribunale di Cassino, che non è stato neppure impugnato - ha dichiarato il legale della vittima, l'avvocato Luca Cupolino -.
Il mio cliente oggi è vittima di una escalation criminale, tanto che dalle minacce si è poi passato "ai fatti", ma nonostante svariate querele le istituzioni evidentemente non sono in grado di offrire una adeguata e tempestiva tutela. Se invece di un uomo, di un padre, le medesime violenze le avesse subìte una donna, dubito che le istituzioni preposte avrebbero avuto la stessa inerzia, sicuramente si sarebbero attivate. Viviamo in una società in cui è difficile ammettere che un uomo ed un padre possa vedersi vituperato nella propria figura genitoriale ed essere vittima di violenza, tanto che anche gli enti che dovrebbero vigilare sul rispetto di un provvedimento del Tribunale appaiono del tutto inerti e superficiali anche di fronte ad eventi tanto cruenti che, tra l'altro, sono fonte di estrema sofferenza psicologica anche per il figlio minore».
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