La crisi
29.10.2020 - 10:00
Una mazzata pesantissima, forse il colpo di grazia al settore della ristorazione, che a stento riuscirà a rialzarsi. Lo darà la chiusura anticipata alle 18 di ristoranti, pizzerie e pub, imposta dall'ultimo Dpcm per l'emergenza Covid. Lo spiega bene Ferdinando Iacomino, titolare della pizzeria "Regina Margherita" nel quartiere Scalo, che domani manifesterà davanti alla Prefettura insieme ai colleghi e ai rappresentanti delle altre categorie colpite dal provvedimento.
«Dopo avere adottato le misure richieste a maggio per garantire l'ingresso contingentato, il distanziamento all'interno del locale, la sanificazione degli ambienti ci ha detto Ferdinando oggi ci troviamo di fronte a un decreto chepraticamente azzeratutto questo, provocando danni enormi al nostro comparto, che si regge sulla clientela serale. Se lo scopo del Governo era di limitare la movida notturna dei giovani, avrebbe potuto anche estendere l'orario di pizzerie e ristoranti, in modo più intelligente, fino alle 23, consentendoci di recuperare almeno un turno della sera».
Questo perchè, come specifica il titolare di "Regina Margherita", «il nostro servizio a pranzo non basta a sostenerci. La situazione delle pizzerie è diventata drammatica. Eccetto l'asporto, che incide pochissimo sugli incassi, a Frosinone abbiamo subito un calo dell'80% di clienti. E va peggio per i ristoranti che organizzano banchetti per matrimoni, comunioni o altre cerimonie. Da aprile molti hanno chiuso i battenti. Sono questi i motivi per cui vale la pena scendere in piazza».
Una situazione analoga la stanno vivendo le palestre e le società sportive che usano questi impianti.
Tiziana Cerroni, direttore tecnico di un club ceccanese iscritto alla Federazione Italiana Ginnastica, ci ha illustrato dei problemi della categoria, motivando così l'adesione all'iniziativa di domani. «La mia società lavora soprattutto con i bambini e dopo avere adottato tutte le misure di sicurezza per garantire, con spese ingenti, almeno una partecipazione ridotta ai corsi, adesso è costretta a fermare tutto. E questo nonostante la disponibilità di una struttura di 650 mq su cui abbiamo investito. Il danno sarà gravissimo soprattutto per i piccoli di 6 e 7 anni, che non possono essere considerati agonisti secondo i protocolli della Federazione. Quindi, siamo costretti a proseguire l'attività soltanto con 10 ragazzi di età superiore, cherientrano fra gliatleti autorizzati in quanto partecipano a gare nazionali o internazionali.
Pertanto, il danno non sarà soltanto economico.
L'interruzione dell'at tivitàfisica finiràperdestabilizzare i nostri programmi. Ma andrà peggio per le società costrette a pagare gli affitti delle palestre e che lavorano con adulti o anziani. E di conseguenza, ai proprietari degli impianti. Non potranno contare neppure su pochi iscritti agonisti, quindi si fermeranno completamente. Per tutto questo, venerdì (domani, ndr) saremo in piazza»
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