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La gioia della messa con i fedeli: nel segno della sicurezza

Da lunedì sono riprese le celebrazioni con il popolo. L'emozione dei sacerdoti: "Sembrava la prima volta". Nei luoghi di culto più piccoli via i banchi, spazio alle sedie

Hanno fatto tutto ciò che potesse essere fatto per continuare il loro servizio pastorale. Per stare comunque vicino ai fedeli, anche se distanti. Alcuni si sono "reinventati" scoprendo l'utilità degli strumenti tecnologici per restare connessi con il popolo. Hanno imparato a registrare, a fare video dirette, a condividere messaggi, a far arrivare la Parola di Dio attraverso i canali social, soprattutto Facebook. Hanno cercato di confortare il più possibile chi aveva perso un proprio caro e non è riuscito a dargli l'ultimo saluto come avrebbe meritato, ma soltanto con una benedizione e alla presenza dei più stretti familiari.

Ma la celebrazione guardando negli occhi i fedeli, per scrutarne anche le emozioni, le problematiche, le ansie, le paure, è tutta un'altra cosa. Seppur i sorrisi o le preoccupazioni si confondono da dietro le mascherine, gli occhi riescono a parlare e lo fanno sia quelli dei sacerdoti sia quelli dei fedeli. E le emozioni di chi è tornato in chiesa per assistere alla celebrazione eucaristica e ai sacerdoti che non si sono più trovati soli davanti a un cellulare per trasmettere le messe e la recita del santo rosario, sono state davvero tante. Per molti preti "sembrava come fosse la prima volta".

Lo abbiamo notato anche da quelle immagini che continuano a scorrere sulle pagine dei sacerdoti che vanno avanti anche con la diretta social delle celebrazioni per dare la possibilità a chi non può recarsi in chiesa di assistere e unirsi in preghiera. Il "banco di prova" sarà sicuramente domenica prossima.
Da lunedì scorso, tra i "volti della ripresa" che insieme a ristoratori, baristi, parrucchieri, barbieri, negozianti, ci sono anche i sacerdoti che hanno potuto riaprire le porte della chiesa al popolo e celebrare la messa, adottando tutte le misure di sicurezza previste dal decreto del governo. E così, come accaduto per le attività, i negozi, gli uffici, anche la chiesa è stata "riadattata".

Con l'ausilio anche dei volontari, di alcuni parrocchiani, che non si sono mai tirati indietro in questo periodo di emergenza Covid-19 e hanno dato una mano per la catena di solidarietà che non è fortunatamente mancata, sono state "riorganizzate" le chiese per riaccogliere i fedeli nella massima sicurezza. Sanificazione, pulizia, locandine e anche video sui social per continuare ad arrivare tempestivamente ai fedeli e spiegare loro come comportarsi in questa fase 2. Nelle chiese più piccole via i banchi e spazio alle sedie, mantenendo rigorosamente la distanza, oppure segnaposto sui banchi, fedeli rigorosamente con le mascherine. Nessuno scambio del segno della pace e alcuni sacerdoti portano direttamente ai fedeli la Comunione, senza che si spostino dalla sedia o dal banco. C'è chi ha avuto già la gioia di celebrare con i fedeli, altri lo faranno il fine settimana. In alcune parrocchie più grandi si celebrano anche più messe per dare la possibilità a più persone possibili di poter assistere.

Da nord a sud della Ciociaria, tutti i sacerdoti delle diocesi Anagni-Alatri, di Frosinone-Veroli-Ferentino, e di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, dopo due mesi di lockdown attendevano di poter finalmente tornare a celebrare la messa con il popolo, come avevano sottolineato in una lettera congiunta anche i vescovi Lorenzo Loppa, Ambrogio Spreafico e Gerardo Antonazzo. I tre vescovi avevano, infatti, condiviso unanimi il disappunto della CEI sulle decisioni adottate in un primo momento dal governo che non si era ancora pronunciato sulla riapertura delle chiese e la celebrazione alla presenza dei fedeli.

"Vorremmo ribadire anche che per noi la Santa Messa deve essere celebrata con il popolo, perché siamo comunità unita attorno al Signore Gesù, segno di un'unità più ampia - le parole dei vescovi rivolte al governo - La celebrazione individuale o chiusa è solo permessa in casi particolari. È questa unità che crea legami e che ha permesso in questo tempo terribile del Covid-19 di esprimere tanta solidarietà verso una moltitudine di gente bisognosa. Crediamo in questo di condividere il bisogno di ogni credente, appartenente alle diverse confessioni cristiane e religioni".

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