Oggi termina il lockdown e domani, lunedì 4 maggio, prenderà il via la Fase 2 nella gestione della pandemia di coronavirus. Un momento da tutti indicato come delicato e da affrontare, da parte dei cittadini, senza paura sì ma anche con grande prudenza. Quanto al Governo, invece, ci sono dieci errori da evitare per combattere il virus. E per farlo, come detto, senza paura, affinché sia una vera "Fase 2". Ecco il vademecum da tenere a mente da parte di chi deve governare questa e le prossime fasi dell'emergenza.
1. VIRUS A SPASSO PER 50 GIORNIPRIMAIl virus ha avuto settimane per circolare indisturbato in Lombardia. L'esplosione dei contagi è avvenuta da metà febbraio in poi dopo che dal 7 gennaio in molti ambulatori i medici di base avevano notato strane polmoniti. 50 giorni sono un tempo infinito per tentare di limitare i danni di una pandemia.
DOPOQuesto non potrà più avvenire. L'eventuale arrivo di una seconda ondata pandemica dovrà trovare sul suo percorso una rete di strutture di monitoraggio (medici di base, medici del lavoro, scuole, università) che controlleranno attentamente la parte attiva della cittadinanza. Basterà una febbre ad attivare controlli specifici e nel caso di positività eventuali quarantene.
2. MEDICI E INFERMIERI SENZA DPIPRIMALa moltiplicazione dei contagi è stata favorita da un sistema sanitario che si è fatto trovare completamente sguarnito. È appurato che centinaia di casi sono imputabili a personale che, senza Dpi, si è subito infettato portando il Covid anche in molti reparti ospedalieri. La promiscuità iniziale tra reparti Covid-Non Covid ha fatto il resto.
DOPODpi ad alta protezione, reparti completamente separati, pronto soccorso inaccessibili a potenziali portatori di infezione saranno (già dovrebbero esserlo) condizione indispensabile per continuare la convivenza in stato di massima allerta con la pandemia. In caso di seconda ondata dovranno essere previste strutture per isolare dalle famiglia durante i turni di riposo il personale sanitario.
3. LA STRAGE EVITABILE DELLE RSAPRIMA
Altro fattore di contagio e di elevatissima mortalità sono state le residenze per anziani, pubbliche e private. Impreparate, spesso fatiscenti, molte volte cinicamente reticenti nella comunicazione delle reali patologie dei loro assistiti. A ciò si è aggiunta la sciagurata decisione di alcune regioni di utilizzare le loro strutture inadeguate per il ricovero in emergenza dei pazienti Covid.
DOPOLe residenze sanitarie per anziani dovranno attenersi a rigidissimi protocolli per continuare ad esercitare (in convenzione e non) nella loro attività. Gli anziani, la parte più vulnerabile dell'infezione pandemica, dovranno essere assistiti in strutture iper-blindate in grado di garantire loro i massimi standard di sicurezza.
4. TAMPONI SUBITO E PER TUTTIPRIMATra le raccomandazioni (disastrose) dell'Organizzazione Mondiale della Sanità all'inizio c'era quella di tamponare solo i plurisintomatici anche a giorni di distanza dai primi e persistenti sintomi. Basti pensare ai numerosi casi, riscontrati anche, riferibili a membri di famiglie con congiunti già trovati positivi e ospedalizzati.
DOPOCon l'aiuto della tecnologia, con il servizio di sorveglianza dei medici di base e con un'efficiente scambio di informazioni con il mondo produttivo e della scuola, i tamponi dovranno essere fatti in continuazione anche a scopo statistico e di monitoraggio. La ricostruzione delle catene di contatti, con l'app in corso di sviluppo, sarà determinante per spegnere tempestivamente i nuovi focolai.
5. TEST SIEROLOGICI TRA LA FORZA LAVOROPRIMAL'arrivo della pandemia ha trovato tutto il mondo a corto di tamponi e di test adeguati per rilevare la presenza di infezioni e/o anticorpi eventualmente sviluppati. Questo non ha permesso di inquadrare rapidamente le zone e i cluster più pericolosi. Completamente tagliata fuori, con aggravio dei carichi di lavoro per le poche strutture pubbliche, la rete dei laboratori privati.
DOPOCollaborazione con le industrie e le aziende per test seriologici – obbligatori e soggetti a credito di imposta – condotti con periodicità con il monitoraggio dei medici del lavoro, coinvolgimento di scuole e università per analoga operazione con gli studenti. Questo permetterebbe di monitorare efficientemente tutta la parte attiva del Paese.
6. APPROCCIO TERAPEUTICO IN EVOLUZIONEPRIMAAnche in questo caso le evidenze che arrivavano dalla Cina, complice l'Oms, oltre a essere figlie di ritardi e censure governative, hanno determinato da parte dei medici un primo approccio nel quale tutti erano concentrati sulla polmonite interstiziale. Poi sono emersi problemi relativi a trombosi, danni microvascolari e tempeste infiammatorie e l'impiego di nuovi farmaci.
DOPOPur non essendoci dati disponibili rispetto all'esordio della pandemia oggi è già cambiato tutto. E cambierà moltissimo ancora. Anche senza farmaci specifici non ancora disponibili. Oggi (e domani) si cura, subito e a casa, con ottimi risultati. In ospedale eparina e farmaci anti-malarici hanno completamente cambiato il quadro. Ottenuti successi anche con altre terapie in corso di sperimentazione.
7. MASCHERINE SUI MEZZI E AL LAVOROPRIMASolo a metà aprile, pur senza una chiara regolamentazione dei prezzi arrivata solo oggi, è cominciata una distribuzione sostenuta delle mascherine. Tutta la fase dall'inizio della pandemia al lockdown è trascorsa con persone che ne facevano a meno anche laddove le occasioni di contagio erano più probabili. In particolare sui mezzi di trasporto pubblico e nelle aree affollate.
DOPOLe mascherine ridurranno ancora di più le probabilità di contagio. Anche questa è una delle strane omissioni tra le raccomandazioni iniziali dell'Oms. Ma è piuttosto chiaro a tutti come l'accessorio costituisca un'ulteriore barriera tra ognuno di noi e il virus. In presenza di una seconda ondata non trovarsi impreparati potrebbe aiutare molto il successo della risposta del nostro Paese al Covid.
8. L'APP CHE NON C'ERAPRIMADai casi del 6 gennaio al paziente zero di Codogno, dai cluster veneti a quelli emiliani, la ricerca della linea di contagio è stata sempre difficile e piuttosto casuale. Affidata ai racconti e ai ricordi del "positivo". In più, spesso tale indagine è stata vanificata dalla decisione di non tamponare, tra i contatti, potenziali positivi. Lasciati quindi liberi di contagiare (perché asintomatici) o in balìa del virus.
DOPOCon la nuova app l'operazione di "tracing" avverrà in tempo reale con la ricerca e la messa in quarantena dei contatti ritenuti più a rischio dall'algoritmo. Arriverà nella fase in cui (presumibilmente) la prima ondata andrà scemando ma questo consentirà a tutti di installarla e alle autorità di testarla aumentandone le performance.
9. AEROPORTI BLINDATIPRIMALa tardiva e sconclusionata chiusura dei voli diretti dalla Cina lasciando aperti gli arrivi dagli altri scali e le tenui misure di controllo effettuate da gennaio a metà marzo hanno permesso a chiunque di arrivare indisturbato sul nostro territorio. Controlli blandi, nessuna richiesta di tracciamento, quarantena per nessuno (o quasi).
DOPOLa gestione degli arrivi dovrà essere soggetta a norme di controllo stringenti, in grado di prevenire e gestire gli eventuali contagi determinati dai passeggeri in entrata sul suolo della nostra nazione. Rigide norme di quarantena, organizzazione e controllo della stessa saranno necessari da ora in poi per prevenire flussi di contagio di ritorno da altre parti del mondo.
10. MANI PULITE E DISTANZIAMENTO SOCIALEPRIMAL'unico mantra ripetuto all'infinito dagli scienziati ingaggiati dal nostro Governo. All'inizio della pandemia l'Amuchina era un prodotto sconosciuto ai più. Non c'erano distributori, era difficilissimo trovarla nei supermercati. Ma era impossibile averla a disposizione nei luoghi di lavoro e sui mezzi di trasporto.
DOPOOggi il lavarsi spesso le mani e il distanziamento sociale sono tra le buone pratiche con le quali gran parte della popolazione ha preso dimestichezza. L'Amuchina o i gel disinfettanti similari si trovano ovunque e costituiranno un buon alleato nella lotta al Covid qualora decidesse di ripresentarsi.
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4. TAMPONI SUBITO E PER TUTTI