Ciak, Motore, Azione
05.03.2020 - 18:00
Arriva al cinema il nuovo film di Giorgio Diritti, fresco di applausi nella kermesse di Berlino. Suo è il racconto della vita di quello che, da molti, è definito il "Van Gogh italiano": Antonio Ligabue. Artista dai natali svizzeri ma italiano di adozione e registrazione, ha vissuto una vita al limite. La sua condizione psicologica lo ha sempre posto ai margini della società, scatenando sensazioni fortissime che spesso sfociavano in episodi violenti o autolesionisti.
Nato in Svizzera da madre italiana, vive un'infanzia affidato alle cure di una famiglia locale, che considererà i suoi veri genitori. Dopo che la madre subisce un tragico destino per il quale Ligabue incolpa il suo compagno, il ragazzo continua a vagare per la Svizzera. Un carattere difficile e una precaria condizione familiare lo costringono a cambiare spesso istituto in cui studia. La solitudine è la sua compagna, non riuscendo a instaurare rapporti duraturi. A seguito dell'ennesimo episodio violento, ad appena vent'anni, la famiglia lo denuncia.
La pena di allontanamento dalla Svizzera lo riporta in Italia, orfano di legami e spaesato.
L'andirivieni negliistituti psichiatricie di cura saràil leitmotivdi questoperiodo della sua vita.
Una vita gitana, senza fissa dimora e con lavori saltuari lo configurano come un reietto, ma è in questo periodo che scopre la pittura come mezzo di astrazione dalle pene della vita.
L'incontro con lo scultore Renato Mazzacurati sarà il vero punto di svolta nella vita dell'artista.
L'insegnamento da parte del primo delle tecniche relative alla scultura e all'uso deicolori ad olio apriranno a Ligabue nuovi modi di esprimere la propria arte.
Giorgio Diritti, regista al suo quarto lungometraggio, firma una pellicola che riporta su schermo la figura del pittore maledetto che è stato Antonio Ligabue. In una sorta di passaggio di consegne spirituali il film arriva al cinema a pochi giorni dalla morte di Flavio Bucci, primo interprete dell'artista nell'indimenticabile prova del 1977. A prendere le redini di questo ruolo così complesso è Elio Germano, esponente della nuova generazione di attori italiani.
Arrivato a Berlino con ben due film in concorso, "Favolacce" e "Volevo nascondermi", l'attore torna a casa con l'Orso d'Argento alla migliore interpretazione maschile. Un premio prestigioso ottenuto alla Berlinale, che vede in concorso film che non hanno visto distribuzione al di fuori del Paese d'origine. Un festival multiculturale e ricco di sorprese, che ha incoronato in passato grandi italiani come Alberto Sordi e Gian Maria Volonté. Il racconto della vita e delle opere di Antonio Ligabue è al cinema da ieri e, come testimoniano i premi e le recensioni entusiaste da Oltralpe, è un'esperienza da non perdere.
Volevo nascondermi
di Giorgio Diritti
con Elio Germano, Oliver Ewy, Leonardo Carrozzo, Pietro Traldi, Orietta Notari
Biografico, 120 minuti
Italia 2020
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