«Per il secondo anno consecutivo ho l’onore di concludere questo momento di commemorazione degli eventi della Prima Guerra Mondiale con il ricordo commosso e sincero dell’amministrazione comunale di Ceccano per i nostri concittadini caduti nel corso del conflitto terminato il 4 novembre 1918 con la vittoria delle armate italiane».

Comincia così il discorso del Sindaco Caligiore nei pressi del Monumento di Piazza XXV Luglio, dove viene deposta l’ultima corona d’alloro dopo quelle sulla lapide di Luigi Mastrogiacomo in Piazza Municipio e sulla stele di via San Pietro, che ricorda le vittime dei bombardamenti del 1943-44. E, durante tutto il corso del corteo musicato dalla Banda del Maestro Bartolini, ci sono le autorità militari, civili e religiose e il Primo Cittadino invita «i concittadini a ringraziare per la sua partecipazione il Prefetto di Frosinone, Sua Eccellenza Emilia Zarrilli», che nell’occasione ha scelto di essere presente a Ceccano in un clima che lo stesso Caligiore definisce «di grande mestizia per i fatti del terremoto del Centro Italia», rivolgendo un pensiero «ai nostri connazionali, che dopo aver perso tutto, attendono ora aiuti concreti e risposte immediate» e un ringraziamento ai tanti volontari ceccanesi che si sono attivati «con aiuti materiali  significativi e un sostegno morale di grande levatura» sin da agosto.

A seguire il Sindaco torna a parlare di quei «tragici momenti della Prima Guerra Mondiale, sui quali ogni anno cerchiamo di riflettere senza retorica e con piena partecipazione» e della «serie lunghissima dei nomi dei ceccanesi caduti», molti dei quali «giovanissimi, ragazzi appena entrati nella vita, eppure in grado di compiere fino in fondo il loro dovere con alto senso dell’onore e offrendo la propria vita per la Patria». E, oltre al ricordo dei caduti, «il richiamo ai nostri soldati», perché «oggi è la Festa delle Forze Armate, che affrontano ogni giorno il pericolo per garantire la sicurezza dei cittadini», e «un monito, affinché tutti siano operatori della pace, soprattutto i giovani» rifiutando «illegalità, soprusi e furberie che umiliano la nostra società», perché «bisogna agire nel rispetto della legge, alimentare la partecipazione alla cosa pubblica, promuovere il confronto e il dialogo fra le varie sensibilità politiche».

Infine, l’intervento del Prefetto Emilia Zarrilli, fiera di essere a Ceccano «in un momento importante per la città, per la Provincia e per l’Italia» e pronta a dare spazio «alla lettura del messaggio inviato dal Presidente Sergio Mattarella e non alle mie considerazioni personali, perché dove c’è il Capo dello Stato, non può esserci altro» se non le sue parole e il suo elogio finale: «Viva le Forze Armate, viva la Repubblica!».