Numeri senza significato, frasi sconnesse e una scritta che sembra una firma “il conte”. Così è stata imbrattata la splendida chiesa di Sant’Antonio in pieno giorno. Proprio mentre la gente affollava corso della Repubblica, una o più mani “ignote” hanno preso una spugna verde e, utilizzandola come graffite, hanno ridipinto le pareti dell’elegante complesso parrocchiale che si incastona, come un gioiello, tra le due piazze Diamare e Labriola.

Alle dieci di ieri mattina, quando il parroco don Benedetto è entrato in sagrestia non c’era nulla. I muri era immacolati! All’uscita, verso l’ora di pranzo ha dovuto sgranare gli occhi davanti allo scempio. Ecco perché tuona contro chi ha sicuramente visto ma non ha fatto nulla.

«Condanno il gesto e anche l’omertà di chi ha visto e poteva entrare in sagrestia e avvisarmi o dare l’allarme. È incomprensibile». Si è sfogato così don Benedetto Minchella che, oltre alle pareti esterne, dovrà far ridipingere anche il muro della cappella interna dedicata a Santa Rita dove è stata scritta, qualche giorno fa, una frase incomprensibile che, in qualche modo, citava proprio la santa.

Un altro gesto che fa infuriare prete e fedeli che ogni giorno si prendono cura della chiesa, tra pulizie e massimo decoro. È stata proprio una fedele che stava pulendo l’esterno, verso l’una, ad aver allertato il parroco, gettando nello sconcerto tutti i presenti.

Non sembra esserci una logica dietro le scritte e i disegni. Parole, numeri e disegni buttati lì senza un criterio, che non permettono alcuna ricostruzione. C’è lo schizzo di un volto, c’è un “ciao Enzo”, c’è un “esercito italiano evviva”, un “P...P...?”, e quei due anni “1948-1952” con il segno di frazione in mezzo. E due giorni fa, con la stessa modalità d’azione, è comparsa una scritta simile anche in via Bari dova a essere imbrattato è stato l’atrio di un palazzo.

I precedenti

Scritte sacrileghe, invece, sugli stipiti della porta di un’altra chiesa del centro due settimane fa. Segni di indubbio riferimento anti-clericale, subito rimossi e bollati come ragazzata unica e isolata. Ma per i sacerdoti c’è in atto una vera emergenza, quella dell’emarginazione, della mancanza di riferimenti, dell’isolamento, della dispersione. E sempre più gente bussa alle loro porte in preda allo smarrimento. Spesso, non bussano... imbrattano!