"Oggi qui vedo quel popolo di uomini e donne liberi che mi hanno sostenuto fino ad oggi, e che sono la vera forza trainante di questo progetto". Ha esordito così Carlo Maria D'Alessandro da piazza Labriola gremita all'inverosimile per il comizio finale. Tantissimi arrivati ad ascoltarlo per l'appello finale. E al suo fianco il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani e il sindaco di Pontecorvo Anselmo Rotondo.

"Ho incontrato i miei concittadini nelle loro case dal centro alle periferie - ha raccontato parlando ad ognuno -  quelle periferie che sono state abbandonate negli ultimi 5 anni e che hanno fatto credere ai loro abitanti di essere cittadini di serie B. Abbiamo ascoltato tutte le persone che credevano in questa squadra che hanno riempito le piazze dimostrando ancora una volta che la città di Cassino voleva cambiare, voleva un sindaco presente, un sindaco della gente".

E poi gli attacchi a Petrarcone e alla sua squadra che poco o nulla ha fatto per Cassino. Solo "scelte scellerate" e un programma elettorale, quello del 2011, elencato in ogni suo punto e completamente disatteso. "Siamo stati in stand by per 5 lunghi anni. Ora ripartiamo alla grande". E a chi lo ha accusato di avere sostenitori che hanno compilato la giunta al posto suo, ha replicato con durezza e con la forza della verità: "Due terzi della mia amministrazione saranno volti nuovi, e tutta la mia squadra di governo sarà autorevole e trasparente perché mi assumo la responsabilità delle scelte. L’unico patto lo faccio con la gente e non con inciuci sottobanco. Petrarcone non ha padroni? Semmai non ne ha uno solo". 

Tanti i punti programmatici annunciati in queste settimane. Tanti i progetti per Cassino. In primis la battaglia per la difesa dell'acquedotto, ma anche la battaglia per la sanità, per il turismo, per la cultura con l'istituzione di un premio internazionale, e il sociale. "Grazie al milione di euro destinato al fondo SosteniAmo - ha rimarcato - le oltre 700 famiglie di Cassino che vivono quasi al limite di povertà saranno aiutate ad uscire dalla crisi".

"Il sindaco uscente si è definito l’usato sicuro, chi afferma questo afferma la sua mediocrità e vuole che la città sia mediocre come lui, senza possibilità di crescere. Io voglio un popolo che vada oltre, un popolo che non si accontenta". E al popolo si è rivolto nel finale: "Il futuro siamo io e te. Siamo noi".