Non finisce qui. La collettiva d’arte “Seven 7”, inaugurata sabato scorso e conclusa ieri, ha attirato l’attenzione di centinaia di persone da tutta la provincia. E ciò fa ben sperare per il futuro del progetto. Lo scopo dell’ideatore della mostra, Alessio Marri, come lui stesso ci dice, è infatti «sensibilizzare il territorio e far convivere dei lavori totalmente diversi tra loro. Nella nostra provincia ci sono molti giovani artisti con voglia e capacità per fare delle esposizioni, io ho voluto dar loro la possibilità di farsi conoscere meglio nel loro paese».

Nella due giorni di esposizione nella sala Cineauditorium del Palazzo Conti Gentili di piazza Santa Maria Maggiore ad Alatri, è stato possibile ammirare le originali creazioni pittoriche di sette giovani artisti, sette ragazzi molto diversi tra loro, con tecniche, stili e formazione differenti ma con la stessa forte passione per l’arte e la stessa voglia di esporre i propri lavori e far conoscere alle persone le proprie esperienze.

Il ritratto del volto di una donna è la prima opera che si poteva incontrare. Alessio Marri, di Monte San Marino, basa i suoi lavori sugli sguardi e sui colori accesi. Gli occhi della ragazza nella tela sono indirizzati al futuro e catturano i visitatori appena entrati.

Mario Carlo Iusi, ventiduenne alatrense, nonostante la “freschezza anagrafica”, ha già uno spessore come pittore e le sue tele astratte lo esprimono in modo dirompente. Le sue tele dicono e non dicono, suggeriscono e si ritraggono, a seconda dell’occhio che le osserva. I soggetti richiamano parzialmente a una forma di astrattismo rivista in chiave del tutto personale. Elemento centrale l’uso delle luci a led, che, oltre a rendere la sua installazione interattiva, creano un gioco di ombre e profondità dal quale osservare i dettagli nell’opera, anche con l’ausilio di una lente d’ingrandimento, entrando quasi a far parte di essa. Sara Carturan, di Frosinone, lavora con gli smalti senza usare pennelli. Barbara Berti, anche lei di Frosinone, lavora con il vetro.
Angelo D’Onorio (D’Onè), di Alatri, adotta varie tecniche ed è anche ideatore di oggetti di design in finta pietra. E ancora, Desirée Proietti, di Frosinone, Sara Cesaretti (in arte Confusion Eyes) di Ferentino.

Esposto anche un cuore di maiale, di Sara Cesaretti, che racconta la sua esperienza: «Ho trovato molto interessante lavorare con tanti artisti diversi, che non hanno un vero filo conduttore che li unisce. Sono semplicemente diversi l’uno dall’altro sotto ogni punto di vista. Per quanto mi riguarda è la prima volta che espongo le mie opere. Ho cercato di fare qualcosa di comunicativo, è stato un lavoro psicologico personale con cui ho cercato di comunicare la sofferenza della donna sotto il punto di vista erotico».