Il timbro della passione, melodie memorabili e canzoni dell'anima e del cuore. Tutto questo lo ha portato in scena giovedì Irene Grandi che con il suo spettacolo, "Io in blues" ha reso omaggio alla grande musica nella tensostruttura del Palacoccia.
Una scommessa vinta, questo concerto fuori stagione, per l'associazione Tarantelliri Festival, nell'ambito del progetto Tarantinverno. I ringraziamenti sul palco sono stati affidati alle parole di Francesco Quadrini quale ideatore, curatore e direttore artistico.
«Questo spettacolo è stato reso possibile grazie ad un importante contributo regionale e a Lazio Crea che ci hanno permesso di organizzare una manifestazione all'altezza della nostra tradizione. E un sincero grazie lo rivolgiamo al comune di Veroli con il quale abbiamo instaurato un meraviglioso percorso di collaborazione all'insegna della musica e alla Pro loco per la grande disponibilità». Una sinergia virtuosa come ha ricordato nei saluti anche il sindaco Simone Cretaro, sul palco insieme alla consigliera con delega alla cultura Francesca Cerquozzi e al presidente dell'associazione Domenico Pallagrosi. Irene Grandi ha proposto una scaletta per palati raffinati, si è addentrata nelle sue radici, eredità di quel blues malinconico, ossimoro di melodie e parole.
"Io in Blues" è un progetto nato in piena pandemia, ispirato da un brano di Etta James passato in radio, che accorda il vecchio blues anni 50 e le ballad senza tempo, passando per il cantautorato italiano. L'atmosfera proposta è quello dei club di una volta, dei locali di nicchia, dove è la musica la protagonista indiscussa, vibrante e pura. Note profonde, nelle quali la voce si immerge e riaffiora con energia abissale, una potenza che è tratto distintivo di questa interprete. Quella malinconia trascinata, che Irene Grandi ha reinventato con il suo timbro inconfondibile e tanta grinta vestita d'eleganza.
Sul palco batteria, basso, chitarra, organo hammond ed un quinto strumento, la voce dell'artista toscana, magistrale dosata e regalata al pubblico. Egregiamente accompagnata da quattro musicisti di livello, Irene Grandi ha attraversato decenni e lingue. Entusiasmo del pubblico ai primi accenni di E poi di Mina, per crescere ancora di più su Il tempo di morire di Lucio Battisti. Una carezza all'anima è arrivata con Se mi vuoi, un regalo resole da Pino Daniele e incredibile duetto, decretato quale vero e proprio inno di amore. Un canovaccio imbevuto di buona musica e maestria che ha trascinato l'intero palazzetto, quello steso in nome del blues. Lo spettacolo non poteva non contemplare i successi più noti dell'artista, cantati a gran voce dal pubblico.
Successo su tutta la linea per Tarantinverno, già proiettato a vestirsi d'estate: Tarantelliri a Veroli è ormai di casa.