Il 10 novembre 1973, mentre è impegnato nella tournée dello spettacolo "Guerra di popolo in Cile", Dario Fo viene arrestato a Sassari per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, poiché si sarebbe schierato, con altri componenti della compagnia, davanti all'ingresso del locale dove doveva recitare, per impedire l'accesso alle forze dell'ordine. La detenzione dura meno di venti ore, ma è spia degli ostacoli che il potere costituito frapponeva (continuamente) agli spettacoli di Fo, che a sua volta non lesinava attacchi e sberleffi ai rappresentanti di quel potere. L'ostentata contrarietà agli spettacoli di Fo era per lo meno intempestiva.

Infatti, nemmeno un quarto di secolo più tardi (1997), lo stesso autore veniva insignito (da un analogo Potere) del Premio Nobel per la letteratura. Questo esempio rende bene l'idea di come il teatro e lo spettacolo siano stati considerati (in qualsiasi epoca storica) o come manifestazioni sponsorizzate da un certo gruppo sociale e coinvolgenti l'intera collettività, o come attività marginali da tenere adeguatamente sotto controllo, potendo dar luogo a sfrenatezze e contestazioni di ogni tipo da parte degli spettatori. Il rapporto di cooptazione o di condanna che lega il teatro al potere costituito non è l'unica caratteristica da considerare se si vuole raccontare la storia di quest'arte.

Infatti, è bene tenere presente che il teatro, per sua intrinseca natura, è costituito da una pluralità di linguaggi e componenti che si combinano tra di loro all'interno di uno spettacolo (musiche, parole, coreografie, scenografie, dispositivi meccanici e tecnici), al punto che si potrebbe quasi dire che il teatro comprende in sé tutte le altre arti, ponendosi come "arte per eccellenza". Ne deriva che la storia del teatro è per forza di cose interdisciplinare, dovendo in qualche misura confrontarsi anche con le arti "limitrofe" e con contesti apparentemente lontani.

Si pensi alle recite oratoriali o scolastiche, per la cui comprensione non si può non tenere conto dell'ambiente clericale o didattico all'interno del quale vengono prodotte. Una terza ed ultima caratteristica riguarda il fatto che l'oggetto della storia del teatro è un oggetto che non esiste. Infatti, lo spettacolo teatrale svanisce irrimediabilmente nel momento stesso in cui termina. Ragion per quale, la ricostruzione di quello che è successo su un palcoscenico (o in una piazza, o in una sala nobiliare o clericale) deve affidarsi esclusivamente ad elementi frammentari come il copione, i bozzetti delle scene, i resoconti e le impressioni di chi ha assistito o partecipato, e, nei tempi più recenti, a registrazioni audiovisive.

È ovvio che anche sommando tutti questi elementi non ne viene fuori lo "spettacolo", ma solo brandelli più o meno suggestivi, che possono dare solo una vaga idea di ciò che esso è stato. Insomma, ricostruire la storia di uno spettacolo, o di un'epoca di spettacoli, è un'impresa che può procedere solo in maniera indiretta, intersecandola con l'ambiente politico e culturale che ha promosso quel particolare modo di stare in scena, quella particolare sensibilità drammaturgica, quel particolare mecenatismo produttivo. Tutto quanto detto finora è ancor più vero se si vanno ad indagare, come questa rubrica si propone di fare, storie e vicende accadute in contesti geografici più specifici. E dal punto di vista della storia dello spettacolo, la Ciociaria (assumo questa denominazione a significare l'intera attuale provincia di Frosinone, ben conscio del fatto che, da un punto di vista storico-politico, è improprio parlarne in questi termini) rappresenta un'anomalia.

Infatti, la sua peculiare posizione geografica tra l'antico Regno di Napoli e lo Stato Pontificio (con potentissime famiglie nobili legate ora all'uno ora all'altro), nonché la presenza di un centro religioso e culturale di massima importanza quale Montecassino, per tacere dell'altrettanto strategico ruolo giocato da questi territori in epoca classica, ha dato luogo ad una incredibilmente ricca messe di episodi ascrivibili alla più generale storia del teatro e dello spettacolo, solo occasionalmente portata a conoscenza di un pubblico più vasto di quello di una ristretta cerchia di specialisti (e molto spesso ignorata anche da costoro).

Perciò, questi Racconti di teatro e spettacolo in Ciociaria, con cadenza settimanale, vogliono proporre, attraverso una forma quasi narrativa e "per tutti", fatti, personaggi, luoghi, contesti culturali inerenti il teatro e lo spettacolo, in qualche modo legati alla terra ciociara, dall'antichità romana fino alla nostra contemporaneità, cercando, dove possibile, di indicare anche ulteriori fonti di approfondimento. L'appuntamento per il primo di questi "racconti" è la prossima settimana con il teatro romano di Interamna Lirenas.