Siamo nel 1968. Il processo ad Aldo Braibanti fa scalpore. È accusato di plagio (l'omosessualità è inammissibile, non viene riconosciuta perché farlo significherebbe confermarne l'esistenza), di aver "ridotto in totale stato di soggezione" fisica e psicologica un giovane di 23enne.
Braibanti è un uomo di cultura.
Filosofo, poeta, insegnante, amante del teatro e delle formiche, affabulatore, il professore piacentino per la società è altro: un "pederasta". Così lo additano. Verrà condannato a nove anni di reclusione (non li sconterà tutti), mentre lo studente con il quale aveva iniziato una relazione viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico e "curato" a colpi di elettroshock. Una storia vera, che Gianni Amelio racconta nel film "Il signore delle formiche", affidando la parte del docente a Luigi Lo Cascio, e quella del giovane Ettore alla sorprendente interpretazione di Leonardo Maltese.
Elio Germano è il giornalista de L'Unità impegnato a ricostruire la realtà dei fatti mentre Sara Serraiocco è la giovane attivista politica favorevole a un cambiamento culturale. Già in concorso alla 79esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e dall'8 settembre in sala con 01 Distribution, "Il Signore delle formiche" ha messo d'accordo la critica su un punto: Amelio è stato ancora una volta capace di toccare i cuori. Colpiscono i ritmi del processo, così come la scena del giovane studente che segnato nel volto e nell'anima, ascoltato dal giudice in un'aula intrisa di retaggi, si difende con una disarmante testimonianza d'amore. Il focus del film non è la figura di Braibanti, reso con maestria da Lo Cascio, ma il mondo esterno degli accusatori, i primi sentori di uno scontro generazionale, il senso di solitudine e abbandono, le scelte del silenzio e la "forza" di una fragilità.
Una storia di tanti tanti anni fa, ma ancora attuale per Amelio, che martedì prossimo alle ore 21 sarà al Multisala Oxer di Latina per la proiezione speciale organizzata dal regista Renato Chiocca. È un ritorno per il regista calabrese, più volte ospite nel capoluogo, la prima in occasione de "La Tenerezza", sempre su invito di Renato Chiocca nell'ambito della rassegna culturale Lievito. Qualche tempo dopo disse che Latina gli aveva portato fortuna.
"La Tenerezza", altra pellicola in grado di scandagliare i sentimenti umani, è un film pluripremiato (un premio David di Donatello e quattro premi Nastri d'Argento) e coralmente applaudito. I biglietti per assistere alla proiezione di martedì 20 saranno in prevendita dalla giornata di oggi all'Oxer. La serata si aprirà con il saluto di Gianni Amelio, seguirà la visione del film. Al termine il regista risponderà alle domande di Chiocca. Un dialogo aperto agli interventi e alle emozioni del pubblico in sala.