Emilio Limone, irpino d'origine, maresciallo capo dei carabinieri, scrittore e giornalista che conserva e arricchisce appena può il suo legame con la nostra terra, si presenta ai lettori di Ciociaria Oggi.
Perché questo legame con la Ciociaria?
«Ho vissuto a Fiuggi con la mia famiglia e un pezzo del mio cuore è rimasto lì. Ma non solo il mio: mia moglie e i miei figli si sono talmente innamorati della cittadina termale che, una volta andati via, abbiamo preso la buona abitudine di tornarci spesso, per salutare gli amici e passeggiare immersi nel verde, circondati dalla bellezza e dal calore di chi continua a volerci bene. Comunque da Gavignano, dove attualmente vivo e sono consigliere dell'associazione culturale "Arte Libera-Mente", sento distintamente il bel profumo della Ciociaria. C'è anche un aspetto calcistico che mi lega a voi: sono un membro dell'Avellino Club Roma, composto dai tifosi irpini sparsi per la capitale e nei dintorni, e vivo con grande affetto il gemellaggio con i tifosi del Frosinone».
Ha esordito come giornalista sportivo…
«Per me era una specie di rito, sin dalla prima media, leggere il quotidiano che comprava mia madre. Ricordo ancora i polpastrelli che si annerivano di inchiostro dopo aver sfogliato a lungo il giornale. Fu emozionante leggere il mio nome sul mio primo articolo a quindici anni, l'intervista a un allenatore abbastanza affermato. Ebbi poi l'opportunità di condurre una trasmissione sportiva molto seguita durante la quale erano ospiti fissi Gianfranco De Laurentiis, storico volto della Rai, e l'esperto di calciomercato Alfredo Pedullà».
Poi la poesia…
«Scrivere poesie è un atto di coraggio, in un mondo in cui la creatività è quotidianamente osteggiata dai ritmi della modernità. Una volta fatti i conti con sé stesso, il poeta è pronto per condividere con gli altri le emozioni in versi, nei quali non c'è solo amore, ma ci può essere anche un messaggio sociale. Nella mia prima opera, "Le poche righe sopravvissute", NeP Edizioni 2014, pubblicato per festeggiare la nascita del mio primogenito, ho recuperato alcune poesie che avevo trascritto, sin dall'infanzia, su un quadernino andato poi perduto».
Dopo è stata la volta di "Sfogliando una fiamma. Storia letteraria dei carabinieri" (Ianieri Edizioni – 2021)…
«È un saggio che descrive la figura del carabiniere nella letteratura, dal XIX secolo ad oggi. L'Arma dei carabinieri, un'istituzione nata prima ancora dell'Unità d'Italia, ha sempre avuto un ruolo importante nella nostra società e nel corso dei decenni sono stati tanti gli scrittori che, ambientando i propri romanzi in varie epoche storiche, hanno vestito i personaggi delle loro storie con l'uniforme
della Benemerita. L'arresto di Pinocchio per opera dei carabinieri è universalmente conosciuto, così come sono noti i protagonisti di tanti best seller: tra gli altri,
cito il capitano Bellodi de "Il giorno della civetta" di Leonardo Sciascia, il maresciallo Arnaudi de "I racconti del maresciallo" di Mario Soldati, i militari della stazione di Bellano descritti da Andrea Vitali, il maresciallo Bonanno nato dalla penna di Roberto Mistretta, la marescialla Chicca Lopez di Gabriella Genisi, i protagonisti dei romanzi di Carlo Lucarelli e Roberto Riccardi. Un capitolo, molto realistico, è incentrato sulle opere letterarie dedicate ai militari realmente esistiti».
Che cosa significa essere carabiniere oggi?
«Vuol dire avere il privilegio di essere concretamente al fianco del cittadino, anche nei momenti socialmente più difficili. L'Arma ha una peculiarità unica: la capillarità sul territorio. Che ci si trovi nel piccolo borgo o nella metropoli, ci sarà sempre un'uniforme nera con bande rosse a garanzia di serenità, legalità e umanità. Esiste un modo di dire, tra i carabinieri in servizio e in congedo: chi indossa gli alamari li cuce sulla pelle e non li toglie più. Questa allegoria corrisponde a verità: con il giuramento, ci si sente investiti del dovere supremo di tutelare il prossimo».
Comunicazione digitale e libri: dove va il mondo della cultura oggi?
«È un mondo pieno di compromessi. La tecnologia è indubbiamente un vantaggio ma è importante non farsi travolgere dalla frenesia dei tempi. Oggi il web ci permette di avere a portata di click le risposte alle nostre domande, spesso non scevre dal rischio dell'inganno, ma certi automatismi spengono la capacità critica, la riflessione, l'amore per la ricerca certosina. Credo proprio che non riuscirei mai a leggere un e-book: mi mancherebbero il buon profumo della carta e la sensazione tattile di avere un'emozione tra le dita».
Ha un sogno nel cassetto?
«Sì, ritagliarmi un piccolo spazio nel mondo della letteratura. È una scommessa con me stesso, un figlio della classe operaia che da sempre rincorre i propri sogni, con caparbietà e una buona dose di romanticismo. Ho da poco terminato la stesura di un romanzo e presto lo sottoporrò alla valutazione della casa editrice. E, ovviamente, c'è un pizzico di Ciociaria…».