Le sue canzoni parlano d'amore perché proprio questo sentimento è al centro della vita di ogni essere umano. E nel brano di prossima pubblicazione racconterà la sua "Itaca", ovvero l'aver trovato dopo molto vagare una casa. È Fabiano Pittiglio, cantautore di trentaquattro anni di Cassino, leader dell'omonimo gruppo. Una scelta inusuale quella di chiamare un gruppo musicale con il proprio nome, ma lui ha deciso di metterci nome e cognome perché le storie che racconta sono quelle della sua vita.

Ascoltarlo è un viaggio che cattura e porta a vivere molte avventure e sensazioni differenti. Una delle voci più promettenti, un cantautore che dimostra il suo talento e la sua dedizione al mondo della musica. Un campo che ha scoperto da bambino grazie a un amico: «C'è un ragazzo con cui sono amico sin dall'infanzia – racconta – Lui già da piccolissimo suonava il pianoforte e spesso andavo a casa sua a sentirlo suonare. Ecco, in quel momento ho capito che anche io volevo fare la stessa cosa».

Una passione che è culminata con la costituzione di un gruppo. Come nasce?
«Nasce da una lunga gavetta fatta nella nostra provincia. Abbiamo portato avanti molti progetti differenti tra di loro fino a quando ho iniziato a sentire l'esigenza di scrivere, di raccontare, ma anche di raccontarmi. Ho voluto cantare le mie esperienze di vita, raccontare le mie musiche e le mie storie».

Le storie… Ma cosa racconti nei tuoi testi?
«Con i miei testi cerco di spingere molto verso la ricerca della propria identità, della propria "casa". Cerco di accompagnare l'ascoltatore nella percezione dei luoghi che abbiamo e dove ci sentiamo liberi di esprimerci».

Se dovessi parlare della tua musica come la descriveresti?
«Mi ispiro molto al cantautorato italiano e ogni pezzo nasce, in forma originale, sempre da voce e chitarra, in una dimensione molto intima. Ovviamente ogni brano è il frutto dell'impegno di tutti i componenti del gruppo. Io scrivo le mie canzoni e poi faccio sentire tutto ai miei collaboratori (che sono prima di tutto amici) che aggiungono e inseriscono i propri suggerimenti fino ad arrivare al brano finale. Ogni canzone è il contributo di tutti, da Manuel con la musica elettronica e i sintetizzatori ad Angelo che suona l'organetto, uno strumento tradizionali ma che vive in maniera più moderna».

Una scelta inusuale è quella di dare il tuo nome al gruppo...
«Questa è una cosa che a volte mi imbarazza perché io sono una persona molto timida. All'inizio abbiamo pensato a molte alternative, poi però ho pensato che io racconto me stesso, racconto le mie esperienze, le mie emozioni, racconto al pubblico il mio mondo. E visto che canto le mie esperienze e la mia vita mi sembrava giusto metterci anche il nome».

Hai detto che ti ispiri ai cantautori italiani. Quali sono i tuoi riferimenti?
«Banalmente direi Fabrizio De André perché per me lui è il capostipite di tutti i cantautori italiani. Sono assolutamente convinto che il cantautorato italiano nasca proprio con lui. Mi piacciono molto anche De Gregori e Niccolò Fabi».

L'ultima canzone che hai scritto?
«Ancora non è stata pubblicata».

Ci dai un'anticipazione?
«C'è stato un momento in cui mi sono reso conto che negli ultimi anni tutte le mie canzoni parlano d'amore, questo perché credo che il tema centrale della vita sia proprio l'amore. Mi sono trovato, dopo tanto vagare, a ritrovarmi una casa, ho trovato la mia "Itaca", e quindi parlo di questo».

Parliamo di futuro. Quali sono i prossimi progetti?
«Stiamo lavorando al nuovo album che, spero, uscirà il prossimo anno».