Ci vollero 54 anni, ma, alla fine, il risultato fu straordinario. Palazzo Tiravanti, noto ai più all'epoca della sua costruzione come l'Edificio per l'imponenza e la magnificenza, è stato uno dei primi esempi in Italia di immobili costruiti in cemento armato antisismico. La sua storia inizio nel 1871, quando il primo sindaco della città, Domenico Diamanti, uno dei più illuminati della storia di Frosinone, rese nota la necessità di un edificio comunale da adibire a struttura scolastica.
Per mancanza di fondi, la questione venne ripresa in considerazione solamente dopo il 1915, quando, a causa del terremoto della Marsica che distrusse parte dell'Abruzzo e danneggiò gravemente alcune zone del Frusinate, la città, nonostante non vi furono vittime, fu annoverata tra le bisognose di fondi per la ricostruzione di edifici pubblici. Nel momento in cui il governo centrale concesse i finanziamenti, venne specificato che essi fossero da utilizzare solo ed esclusivamente per l'edilizia scolastica.
Nel 1925, a seguito di molte discussioni sulla collocazione dell'edificio, che provocò una crisi comunale con annesse dimissioni e scandali per gli appalti, il progetto venne affidato all'ingegnere Edgardo Vivoli, che volle gettare le fondamenta sul colle Belvedere, in posizione dominante e panoramica sulla pianura del frusinate. Soprattutto, il Palazzo Pietro Tiravanti, che prese il nome dall'omonimo soldato frusinate, medaglia d'oro, caduto durante le battaglie di Libia nel corso della Prima guerra mondiale, si contraddistinse per la sua modernità e per gli avanguardistici e pionieristici canoni di sicurezza antisismica, uno dei primi esempi realizzati in Italia. I lavori vennero ultimati il 15 giugno 1929 dalla ditta Filippo Pacetti di Albano Laziale.
Dalla bella forma, slanciata, il palazzo si sviluppa su 4 piani negli avancorpi laterali e 3 piani nella parte centrale, con 52 vani, 14 corridoi e 2 vani scala; per le sue dimensioni, che lo rendono inconfondibile nel panorama cittadino, il Tiravanti è noto, come detto, in città anche come l'"Edificio". Inizialmente fu sede delle scuole di ogni ordine e grado della città di Frosinone fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, a seguito della quale divenne base militare tedesca.
Al termine del conflitto tornò ad ospitare alcune classi delle scuole primarie, nel contempo quelle di grado superiore cominciarono ad essere spostate in nuove strutture scolastiche. Il 6 dicembre 2014, nel giorno dell'anniversario dell'elevazione di Frosinone a capoluogo di provincia, a seguito di un accordo tra Amministrazione Ottaviani, Provincia e Miur è diventato sede stabile dell'Accademia di Belle Arti di Frosinone. Il 1º marzo 2015 al suo interno è stato aperto il Maca, il Museo di Arte Contemporanea dell'Accademia di Belle Arti.