"Red Land", uscirà nelle sale il 15 novembre: prodotto da VeniceFilm, in collaborazione con ANVGD, Regione Veneto, Commissione Film Treviso e Fondo Regionale Cinema e Audiovisivo, il film diretto da Maximiliano Hernando Bruno (alla sua opera prima) vede nel cast attori come Franco Nero, Geraldine Chaplin (figlia di Charlie), Vincenzo Bocciarelli, Sandra Ceccarelli, Selene Gandini. Abbiamo incontrato l'attore Vincenzo Bocciarelli, alla vigilia dell'uscita del film, ospite d'onore alla presentazione del volume "Un angelo senza memorie" di Umberta Di Stefano, presso il Castello dei Conti di Ceccano, dove è stato accolto tra l'affetto del suo pubblico.

In questo film lei mostra tutta la sua versatilità: un film drammatico, basato su una storia vera (ambientato durante la seconda guerra mondiale, la storia ruota intorno a Norma Cossetto, giovane studentessa istriana, uccisa dai partigiani titini), in cui lei riesce a cambiare registro rispetto alle sue ultime prove d'attore. Cosa può dirci del suo personaggio?

Quando mi proposero la sceneggiatura, accettai immediatamente. Volevo essere parte di questo racconto, di questa vicenda realmente accaduta. Nel film interpreto Mario Bellini, un personaggio realmente esistito, un sottoufficiale del Regio Esercito (cognato di Norma Cossetto) che rappresenta una sorta di trait d'unione tra il quartier generale e la vicenda della stessa Cossetto. Nel mio calarmi nel ruolo, mi sono ispirato a mio padre per molti versi: ho pensato a lui, che ha fatto parte del mondo militare, al suo rigore, alla sua moralità, alla sua onestà. Ho voluto restituire al pubblico questa parte umana del mio personaggio, ma al tempo stesso anche questa sua responsabilità e durezza che il suo status militare gli imponeva. Far parte di questa produzione è stata un'esperienza bellissima, non avevo mai recitato in un film o in uno spettacolo teatrale ambientato nella seconda guerra mondiale. A dire il vero questo lavoro mi ha fatto rivivere in un certo senso una mia vecchia tournée che ha toccato nel 2004 le più importanti capitali dei Balcani, che si intitolava "Per ricordare insieme...viaggio nella poesia italiana". Il nostro mestiere in fondo è anche questo: scavare nelle nostre emozioni, e un lavoro può ricondurci ad un altro, e scatenare in noi nuovi stati d'animo, rievocare situazioni "altre". Abbiamo girato nel Veneto e la produzione è stata ineccepibile, il tutto è stato sapientemente ricostruito, con grande gusto, ottima la fotografia, con una regia di Bruno magistrale. Un film molto impegnativo, sia dal punto di vista umano che produttivo: un progetto che ha vissuto momenti non facili, data la complessità della storia, però alla fine tutti noi abbiamo contribuito con il nostro lavoro e la nostra passione alla realizzazione dell'opera cinematografica. È un film corale, che ruota intorno alla figura della Cossetto, dove tutti siamo necessari, tasselli insostituibili del racconto. E almeno da parte mia è stata una sorta di risarcimento (di preghiera) alla memoria di quelle vittime che persero la vita nelle foibe: sul set si respirava un'aria particolare ovviamente, noi d'altronde stavamo ricordando quelle persone, stavamo ricordando tutta quella sofferenza. La memoria è fondamentale e ciò che è accaduto deve essere da monito per le future generazioni.Vorrei, infine, ringraziare Giuseppe Esposito che è stato tra coloro che hanno supportato questa grande macchina organizzativa quale è "Red Land": si è rivelato essere il tramite della mia partecipazione, del mio incontro con la produzione, con il regista.

Come si è trovato a lavorare con il regista Bruno?

Quando ho girato "Red Land", attraversavo un momento particolarmente delicato della mia esistenza: se da un lato ero molto felice dell'esperienza a cui andavo incontro, dall'altro non ero totalmente sereno nel mio privato. Devo dire che il regista (che nel film recita anche) è stato molto bravo in questo, con la sapienza di chi conosce il mestiere d'attore, a prendermi per mano e ha fatto in modo tale che io trasportassi questo mio dolore nel mio personaggio, nella storia e quando accade questo per un attore, tutto ciò è catartico indubbiamente. Non è facile entrare in un "mood" così lontano da noi, quello della guerra intendo ed io mi sono calato nella parte, nel profondo rispetto del pubblico, cercando sempre di onorare al meglio il mio impegno.

Lei, in occasione del quarantennale della scomparsa del grande Charlot, ha dato vita al progetto "L'attore, l'uomo, la maschera" ideato da Pier Paolo Segneri, prodotto da Domenico Mariani, con una mostra fotografica (di Michela Biancini) che proprio un anno fa fu portata, con successo, al Castello dei Conti. Come è stato ritrovare sul set di "Red Land", Geraldine Chaplin, figlia del leggendario Charlie?

È stato curioso, particolare incontrare la figlia di Chaplin, proprio nel quarantennale della scomparsa: dolcissima, disponibile, umana, grande interprete, un'attrice dalle grandi doti espressive. Io ero reduce da questo lavoro sul grande Charlot, presentato al Teatro dei Dioscuri a Roma, proseguito quindi con la mostra al Castello dei Conti di Ceccano, che purtroppo non mi vide nelle vesti di ospite, poiché impegnato proprio alla lavorazione di "Red Land". Fortunatamente a distanza di un anno mi sono ritrovato a partecipare alla presentazione del libro di Umberta Di Stefano, proprio nel luogo che ha ospitato la mostra.

Il suo legame con il nostro territorio?

Sono molto legato alla vostra terra, ricordo che giovanissimo la visitai per la prima volta, assieme a mio padre, quando ci recammo a Montecassino. Negli anni poi ho avuto modo di frequentarla assiduamente, a tal punto da sentirmi adottato in un certo senso: e proprio le testimonianze di molti anziani che portano ancora dentro di loro le cicatrici indelebili della guerra, sono state per me fonte d'ispirazione, mi sono servite per calarmi nel ruolo. Ed anche in occasione della manifestazione al Castello dei Conti, mi sono sentito a casa, tra l'affetto e la stima del pubblico. Non dimenticherò facilmente tutto il calore ricevuto e voglio cogliere l'occasione per ringraziare Umberta Di Stefano (con la quale non mancheranno altre collaborazioni) e la sua splendida famiglia: loro sono la prova che il vero amore esiste e dura per sempre.

Progetti futuri?

Oltre all'imminente uscita di "Red Land", sono impegnato con la Movie On in vari produzioni: è già uscito "MissionPossible" e devo ultimare le riprese di"The Dog of Christmas", una commedia con un cast internazionale, con nomi come John Savage, James Duval, Chris Coppola.