Secondo appuntamento a Palazzo Tiravanti per il calendario dei "Giovedì dell'Accedemia". L'Accademia di Belle Arti ospita grandi protagonisti della cultura italiana e non solo. Tema di ieri il mondo seducente della pubblicità, discusso con un ospite sapiente del mestiere: il dandy lombardo al vertice dell'agenzia statunitense Mgm Gold Mario Messina. La sua è la storia di un italiano emigrato a New York, dove dopo essersi misurato con i vari ambiti del processo creativo si attesta alla guida di grandi campagne marketing per industrie italiane e multinazionali, distinguendosi per temperamento e lungimiranza. Un seminario che offre spunti di riflessione sul valore comunicativo e sulle strategie per sbaragliare la concorrenza nel panorama ipercompetitivo del commercio. Messina irrompe nel panorama del marketing per esporsi come portavoce del Made in Italy, servendosi proprio del tratto distintivo nostrano: l'autenticità. «Creatività è libertà di pensiero, gioia di vivere» spiega, «è necessità di restare bambini». La fortuna è garantita dall'abilità di proporre soluzioni alternative, sorprendenti, frutto di una percezione differente che non perde di vista la scoperta perenne di quanto ci capita intorno. Lo storytelling diventa la tecnica di narrazione attraverso la quale dare voce alle cose, presentarle come prodotto di un brand e rappresentazione di un simbolo nell'ambito di un operato cristallino. Un iter versatile che asseconda l'evoluzione dei linguaggi nell'era multimediale della società di massa e al tempo stesso affida il successo alla genuinità dell'ingegno e della capacità inventiva. Messina cavalca l'onda dei tempi e dell'ispirazione e ripercorre gli annali della storia della pubblicità, dal coro di pace nello spot della Coca Cola degli anni '70, in pieno conflitto del Vietnam, alla bellezza selvaggia di Cindy Crawford che promuove la nuova lattina di Pepsi. L'acume accattivante della propaganda altro non è che l'esercizio di un'ingenuità dissacrante, che gioca a «vedere le cose in un mondo e in un modo che gli altri non vedono». Per contrastare la pigrizia intellettuale causata dalla strumentazione digitale Messina esalta l'antidoto della conoscenza: trarre impulso dall'informazione, da tendenze e costumi che suggeriscono il giusto canale persuasivo per aggiudicarsi la fiducia del cliente e fare in modo che il marchio rientri nell'assimilazione di un immaginario del desiderio. Attraverso la simpatia della semplicità s'innesca il feeling tra prodotto e consumatore, di cui il genio creativo è motore e sigillo. Vendere emotivamente e fatalmente, ammettere l'ovvio in maniera inusuale, queste le regole pronunciate da un personaggio elegante e entusiasta, che trasmette tutta la passione per un lavoro radicalmente originale. Di elogio le parole dell'ospite per la nostra Accademia e per il Direttore Luigi Fiorletta: «Un ambiente, attivo, vibrante, di opportunità per i talenti, segno che l'Italia che insegna continua ad esistere».