«Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario». Prendiamo in prestito le parole di Primo Levi, scrittore e chimico che ha conosciuto l'inferno di Auschwitz. Il 27 gennaio 1945 il campo di concentramento nazista fu liberato dalle truppe sovietiche durante la loro rapida avanzata invernale dalla Vistola all'Oder. Settantatré anni dopo la memoria è ancora un valore. Deve essere ancora un valore. Ed è stata celebrata oggi sulla scia della legge del 20 luglio 2000, numero 211, con la quale la Repubblica Italiana ha riconosciuto il 27 gennaio come "Giorno della Memoria". Sono state consegnate sette medaglie d'onore conferite dal presidente della Repubblica ai deportati e internati italiani nei lager nazisti. Le medaglie sono andate a Carlo Cavaliere di Pignataro Interamna (ritirata dai nipoti Carlo e Marcello Piero), a Eugenio Colandrea di Vallecorsa (ritirata dal figlio Elio), a Francesco Di Poce di Sora (ritirata dal figlio Raffaele e dal nipote Francesco), a Michele Mascolo di Sant'Elia Fiumerapido (ritirata dal nipote Michele), a Domenico Minotti di Frosinone (ritirato dai figli Giuseppe e Silvana), ad Angelantonio Nardone di San Giorgio a Liri (ritirata dal figlio Emilio) e a Michele Schiavi di Morolo (vivente, ma la medaglia è stata ritirata dal figlio Ernesto e dal nipote Gianluigi). Presenti anche sessanta studenti circa degli istituti superiori "Carducci" di Cassino e del "Sulpicio" di Veroli. A fare gli onori di casa il prefetto Zarrilli.
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