Peter Campus, pioniere e massimo esponente nella videoarte dei primi anni '70 del secolo scorso e i cui lavori si trovano in raccolte di importanti musei e gallerie, tra cui il MoMA di New York, il Whitney Museum, il Guggenheim Museum, la Tate Modern, il Reina Sofia e il Centre Pompidou, inaugurerà, il prossimo febbraio, l'anno accademico dell'Accademia di Belle Arti di Frosinone. Un gran colpo quello messo a segno dal direttore dell'istituzione culturale frusinate Luigi Fiorletta, testimonianza evidente del grande prestigio e del peso acquisito dall'Aba nel panorama culturale nazionale e internazionale, soprattutto da quando si è realizzato il trasferimento nella sede unica di palazzo "Tiravanti", ritenuta unanimemente tra le più belle e funzionanti d'Italia.
Peter Campus è una figura fondamentale nellastoria della videoarte: a distinguere la sua carriera ci sono installazioni a circuito chiuso, fotografia e immagini digitali. Il lavoro di Campus è singolare per il suo significato teorico e formale.
Peter Campus nasce nel 1937 a New York City; nel 1960 studia all'Università dell'Ohio; dal 1971 in poi comincia ad utilizzare il video come mezzo espressivo realizzando alcune opere fondamentali della prima videoarte. Nei videotape prodotti tra il 1971 e 1976 Campus progetta i parametri tecnici e simbolici del mezzo come metofora per la psicologia dello stesso.
Questa rigida investigazione viene intrapresa come una sistematica esplorazione delle proprietà essenziali del video e delle formali fondazioni. Dopo un lungo periodo caratterizzato da una produzione artistica esclusivamente di tipo fotografico, Campus, a metà degli anni Novanta, torna ad utilizzare il video. Nelle videoinstallazioni degli anni Settanta opera spostamenti e slittamenti tra corpo, immagine e supporto di proiezione e, traendo spunto anche dalla catottrica seicentesca, crea spazi complessi ed enigmatici in cui è sfidata la nostra percezione.
L'inInstallation view: video ergo sum, Galerie nationale du Jeu de Paume, Paris, 14 febbraio 28 maggio 2017 Un esempio dell'arte di Pe te r Campus Le note magiche di colore di Gaetani L'ESPOSIZIONE ALESSANDRA CINELLI Note magiche di colore in uno spazio rarefatto che vive nella mente dell'artista: Paolo Gaetani, con una innata passione per la pittura sfruttando le sue notevoli doti per il disegno e la grafica, è pronto ad incantare con la sua personale di pittura.
L'appuntamento è di quelli imperdibili, che se vai speri di tornarci e intanto di porti a casa un pezzo di Veroli, di cuore e di arte vera, senza veli. A distanza di tre anni dall'ultima personale allestita nella città natale, Gaetani torna ad esporre il risultato di un anno intenso di lavoro. Venticinque tra oli, acrilici e sculture in bassorilievo. La personale è curata da Alfio Borghese, direttore artistico della rassegna di "Arti visive di Frosinone" e della "Biennale di Anagni e Frosinone''. Sono tutte opere del 2017, qualcuna degli anni passati. Tutto è disposto in ordine cronologico, chiaro, preciso in un crescendo di espressioni che lo stesso Gaetani ha definito "frammentato", dove il disegno si spinge fino al limite dell'astrattismo. Opere composte da piani colorati sconnessi e separati, da linee incerte realizzate con la spatola, da soggetti smontati e rimontanti.
Da una parte le opere dell'Aria, dove è preminente lo studio della luce e delle atmosfere.
Dall'altra paesaggi e figure che nascono dall'osservazione della realtà in condizioni di luce e colori inusuali e dove tutta l'a ttenzione è concentrata sul chiaroscuro, con il risultato di immagini intime e morbide dal forte impatto visivo.
ChiuL'artista Paolo Gaetani dono il percorso i dipinti e i Dal 7 al 30 dicembre la mostra nelle sale della Galleria La Catena bassorilievi dell'ultima produzione, con la nuova ricerca che non si sofferma sulla descrizione dei singoli particolari ma guarda al complessivo rappresentando i soggetti e i contesti in maniera sintetica e stilizzata.
Una pittura che torna alla rappresentazione di situazioni e figure reali, inseriti in contesti di fantasia attraverso l'utilizzo di piani omogenei sovrapposti, linee che ne rafforzano i confini ed estese campiture ottenute con colore a spessore operando una semplificazione compositiva al fine di raggiungere una figurazione organica ed equilibrata nei suoi rapporti cromatici.
La mostra sarà allestita nelle sale della Galleria La Catena nel centro ernico dal 7 dicembre al 30. L'investigazione di Campus lo conduce ad esplorare le proprietà inerenti il mezzo video a circuito chiuso, solo per trascenderli in un radicale avanzamento della forma di arte che ha annunciato il metaforico potenziale del mezzo attraverso un'articolazione completa dei suoi codici di base. Meigh Andrews nella sua "Una storia di videoarte" descrive questi lavori come tentativi di «sfidare deliberatamente lo spettatore proponendogli una inconsueta immagine di sé. La configurazione dello spazio e l'esperienza vissuta dal pubblico nell'installazione hanno rafforzato il senso e il valore delle sue ricerche» Peter Campus attualmente vive e lavora ad East Patchogue, New York.
Campus inaugura l’anno accademico dell’Accademia delle Belle Arti
Frosinone - l pioniere della videoarte terrà la lectio magistralis all’Accademia di Belle Arti A febbraio incontrerà gli studenti per raccontare la sua esperienza
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Pietro Pagliarella
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