Una mattinata al teatro comunale "Nestor" di Frosinone in compagnia di Jacopo Cardillo, in arte "Jago Artist", artista e scultore ciociaro di fama internazionale, che è stato in grado di portare l'arte sui social network, permettendole così di arrivare a tutte le menti. Appositamente ospitato dagli studenti del Liceo Scientifico "Francesco Severi" del capoluogo, in occasione dell'assemblea di istituto, per intervistarlo, e conoscere meglio l'artista e il personaggio. Classe 1987, ciociaro di origini, uno degli artisti contemporanei più giovani, ma già affermato a livello internazionale, nonché uno dei più influenti sui social. Sotto i riflettori, le domande a lui rivolte dai quattro rappresentanti di istituto Giuseppe Manzo, Fausto Palladino, Flaminia Pacitto e Livia Tallini. Presenti anche la preside del Liceo Scientifico Antonia Carlini, la vicepreside Ilaria Archilletti e la presidente dell'Accademia delle Belle Arti di Frosinone Loredana Rea.
Jago, rivolgendosi ai ragazzi, ha voluto parlare dell'importanza della scuola, «che è fondamentale, perché il compagno di banco è la vostra opportunità, sono altri due occhi sul mondo. Questo poi lo riscopri col tempo, quando ognuno si forma, quando ognuno fa il proprio percorso e trovi dei valori nuovi, ti riconosci nell'altro. Io quando frequentavo il liceo questo non lo capivo. Voi non lo sapete, ma qua dentro avete già tutte le soluzioni, le persone più importanti della vostra vita probabilmente son sedute al vostro fianco. Bisogna darsi fiducia».
Un momento intenso dell'intervista ha riguardato il tema di quanto sia importante porsi degli obiettivi nella vita, che Jago ritiene fondamentale «io sapevo che volevo fare, c'era qualcosa al di fuori di me che mi riguardava, io mi ero riconosciuto in qualcosa». E di lì i ricordi alla sua infanzia, di quando sua madre, che era insegnante, lo portava in giro per i musei, alle gite, «ed io mi ero riconosciuto in quel linguaggio, ma il problema era che quel linguaggio non faceva parte dell'arte di oggi. Mi sentivo disadattato, perché gli altri mi creavano il problema che non avrei potuto campare di quello, non avrei potuto fare l'artista come lavoro ed essere indipendente. Un problema che mi ha accompagnato per tutta la vita, è stata una cosa molto complicata. Credo totalmente in me stesso, non c'è nessuno al di fuori di me che può credere in me meglio di me stesso».
Una spinta, quella di Jago, rivolta ai giovani presenti in sala a credere in sé stessi, ai propri obiettivi, alle proprie potenzialità. E poi il covid, come «il periodo più importante della mia vita perché, personalmente, ho colto il superfluo, tutte le cose inutili a cui non ero in grado di dire di no, per un'educazione sbagliata che ho avuto ad essere sempre accogliente. Oggi ho imparato a dire di no alle cose inutili. Se hai un obiettivo nella testa e vuoi raggiungerlo, per arrivare laggiù, devi dire no e arrivi, perché hai una visione e sai esattamente quello che vuoi fare. E il covid ha fatto arrivare all'essenza delle cose, ed ho capito che bisogna dedicarsi solo a ciò che davvero conta».
E poi ancora i ricordi dei sacrifici fatti, del lavoro, dell'arte portata sui social mentre il social nasceva, e l'esperienza lavorativa all'estero, a Naxos, in Grecia per cinque-sei mesi, e il reinventarsi, il ricavarsi uno spazio per imparare.
«La piattaforma come un modo per costruirmi una strada indipendente, ma dovevo imparare ad essere tutte quelle figure da cui invece sarei dipeso, tipo dovevo diventare io il gallerista, io il fotografo, io il videomaker, io il marketer, io quello bravo che non solo produce i contenuti, ma che anche li gestisce. Per questo è importante studiare, perché se non studi tu dipenderai da qualcun'altro, se non sei in grado tu di avere le informazioni che ti servono, dipenderai da chi ti dà quelle informazioni. Ed io spero che nessuno di voi voglia dipendere da qualcun'altro, voi dovete essere liberi, e la scuola, lo studio, la cultura, la lettura, vi regalano il tempo, perché grazie ad esse vivete la vita degli altri, non solo la vostra, e la libertà».
E poi il social come mezzo di apertura alla visione degli altri, perché permette di ricevere dei feedback, dei punti di vista diversi sulle cose che si fanno. La scultura vista «come un qualcosa di impossibile per l'effetto spettacolare che suscitava sulle persone che la guardavano con ammirazione, e allora io volevo essere in grado di suscitare nelle persone la stessa cosa». E da qui il sogno che, pian piano, diventa materia. «In questo modo qui, voi non dovrete mai vergognarvi di essere ambiziosi. Se credete in qualcosa, se credete in voi stessi e vi riconoscete in qualcosa, dovete sempre insistere, per tutta la vita, perché una ne abbiamo, quindi dedicate il vostro tempo a questo».
E poi l'importanza dello sbagliare, perché «chi non sbaglia è un fallito, chi fallisce è quello che non sbaglia, non quello che non fa!». L'importanza dei punti di riferimento nella vita, e del fare selezione, perché «noi siamo la media delle persone che frequentiamo. Circondarci di persone migliori di noi, dalle quali possiamo imparare qualcosa, altrimenti non ha senso». L'importanza del credere in sé stessi, perché «se vuoi fare qualcosa, l'unico limite sei tu», infondendo un senso di fiducia nelle proprie potenzialità agli studenti presenti. E poi l'importanza dei genitori, che faranno sempre di tutto per i propri figli, che si preoccupano del loro avvenire, perché vogliono stare tranquilli che i figli stiano bene, che avranno un futuro, una sicurezza.
«Se capite di avere un talento, investite in quel talento, col tempo che ci vuole, tanto avete i genitori che vi supporteranno. Voi dovete essere indipendenti sotto il punto di vista decisionale, facendo squadra con i vostri affetti. Se siete qui avete delle risorse, e allora sfruttatele quelle risorse, dovete fare tutto ciò di cui siete innamorati», il monito di Jago ai ragazzi. Una spinta a credere in sé stessi, nelle proprie potenzialità, a coltivare le proprie passioni, le proprie ambizioni, pur sbagliando, perché anche l'errore è parte della vita umana. Una mattinata all'insegna di un'assemblea di istituto, che si è trasformata in uno scambio di idee, di opinioni, di consigli, di esperienze di vita, di monito a migliorarsi sempre di più, tra tanti giovani studenti del liceo scientifico e un artista a tutto tondo, che ha saputo farsi conoscere in tutto il mondo per il proprio talento.