La Fondazione Umberto Mastroianni apre il nuovo anno con un evento letterario di grande spessore. Due preziosi volumi d'arte, editi proprio dalla casa editrice della Fondazione, saranno presentati domani alle ore 17 nella sala convegni del Castello Ladislao, ad Arpino.

Dare forma al tempo
Il volume, presentato in questa occasione, è interamente dedicato ad Umberto Mastroianni. Un'opera che sembra restituirci il senso storico ed espressivo del grande artista attraverso un esemplare testo critico di Loredana Rea, direttore della Fondazione, una preziosa introduzione di Andrea Chietini e una sequenza palpitante di "scatti" realizzati da Nicola Smerilli. Anche in questo caso ci ritroviamo ragionevolmente protagonisti di un viaggio – di certo introspettivo – all'interno di un mondo, quello dell'arte mastroiannea, fatto di racconti minimi ma appassionanti dove – forse per la prima volta – le opere e il luogo sono un intercalare di sguardi, di orizzonti infranti, di luminosità accecanti o di frammenti bruniti, come le grandi sculture ospitate. Una raccolta di immagini, quelle di Smerilli, che restituisce al "territorio" della Fondazione il rigore della memoria, delle nenie trascorse, dell'alito ventoso che è figliolanza impenitente di questo luogo. E le opere di Umberto Mastroianni non riempiono lo spazio ma lo abitano, per prospettive inconsuete, per cromie brusche, per umori d'ombra. Un'opera, questa, che non è un dovuto omaggio ma un'ulteriore possibilità di conoscenza. E di ascolto.

Melting Pot
Se un libro è un viaggio, Melting Pot – il prezioso volume dato recentemente alle stampe dalla Fondazione Umberto Mastroianni – è una sorta di circumnavigazione durata oltre sei anni tra approdi, navigazioni rocambolesche, bagliori e riflessioni. L'idea di questa opera, che verrà presentata domani ad Arpino nella prestigiosa sede della Fondazione, nasce qualche anno fa da una felice intuizione di Danilo Salvucci, ovvero dal desiderio di raccogliere un numero significativo di racconti brevi che sono in fondo testimonianza, apparentemente ordinaria, di un'umanità periferica, occasionale, spesso inascoltata, eppure capace di offrire storie che lambiscono e scavano il tempo, remoto e quotidiano. Danilo Salvucci li ha "ordinati" per sequenze fortuite, senza la presunzione di farne letteratura tout court ma restituendo ad essi, semplicemente, un ruolo di partecipazione, di voce narrante sulle cose e sugli uomini. Poi, in una felice contaminazione di intenti, ha immaginato di colmare altri spazi affidando all'arte – alle opere di Daniele Baldassarre, Mariangela Calabrese, Anna Maria Fardelli, Antonio Gabriele, Cinzia Mastroianni, Mario Palma, Enzo Sabatini e lo stesso Danilo Salvucci – una presenza altrettanto occasionale eppure indispensabile.
È stato Andrea Chietini, presidente della Fondazione Mastroianni, a credere fortemente in questo progetto e a farne una delle pubblicazioni più originali e pregiate del recente panorama editoriale. Ma a questo "viaggio" hanno partecipato altre figure di grande spessore, ognuno con un contributo specifico e essenziale: dal prezioso lavoro grafico di Vittorio Gaveglia allo "sguardo" letterario di Sergio Sollima, fino alle sostanziali "ricuciture" relazionali suggerite da Giuseppe Riccetti.