Già il titolo "Café Ida - Una saga dalla Ciociaria alla Scozia", incuriosisce, porta la mente a immaginare due realtà lontane, differenti per usi e costumi. A immaginare dove porterà quel racconto di vita tra Roccasecca, Castrocielo e la Scozia. Siamo nel 1899. Al centro le vicende di due famiglie, quelle dei contadini Montefosco e quelle dei proprietari terrieri Datti di Lanza.

Pagina dopo pagina del primo romanzo di Alberta Riccardi, pubblicato da Piemme, la curiosità di scoprire dove porterà il viaggio di due ragazzini, diventati amici, costretti a rimboccarsi da subito le maniche per garantirsi un futuro, seguire i valori di persone a loro care, gli esempi di vita di un nonno, dal quale si cerca di "catturare" ogni parola, consiglio, per non far morire le tradizioni, quelle ciociare, le fatiche dei lavori della terra che portano frutti, insegnano a farsi strada, a non trovarsi impreparati davanti a qualsiasi difficoltà.

Perché davanti alla fatica, alle sofferenze, ai sacrifici ci si tempra, si trova il coraggio di andare avanti, anche quando la vita pone davanti sfide, perdite, umiliazioni, sconforto, illusioni, tradimenti, segreti. Un romanzo intenso e potente, una storia di fughe e di ritorni dove la ricerca della libertà si scontra e si intreccia con la necessità di chiamare un luogo casa.

Protagonisti due giovanissimi. Giovanni e Nevio e le loro rispettive famiglie, le persone che pian piano nel romanzo entrano nei loro percorsi di vita e diventano protagonisti a loro volta, ognuno con storie che appassioneranno il lettore, riuscendo a stupirlo pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo. Quattrocento pagine di storie emozionanti, coinvolgenti, misteriose. Perché tutto può accadere da un momento all'altro.

Emerge l'istinto di sopravvivenza per costruirsi una nuova identità lontano dalla propria terra. Terra costretti a lasciare da piccoli per provare a trovare fortuna in un luogo lontano, rappresentato, nel nuovo secolo del 1900, come portatore di nuove possibilità. Anche se quanto imaginato, quanto era stato presentato loro come un paradiso dove potersi scrollare di dosso la povertà e costruirsi un futuro migliore, sembrava tutt'altro. Come nel caso di Nevio. Una terra fredda inospitale anche per un ragazzino come Giovanni, che si ritrova all'improvviso capofamiglia senza soldi.

Costretti, quindi, a rimboccarsi le maniche, Nevio e Giovanni, entrambi lontani dalla Ciociaria e ognuno in luoghi diversi, per poi ritrovarsi insieme da adulti di nuovo nella loro "casa". Un romanzo dove emerge anche la tenacia, la caparbietà, la capacità di rimboccarsi le maniche, ma loro hanno le spalle grandi per affrontare gioie e dolori, patiscono lutti, delusioni, ma allo stesso tempo con le proprie inclinazioni e capacità proveranno a diventare qualcuno. Nevio e suo fratello Luigi aprono il "Café Ida".

Continuano a intrecciarsi vicende sempre più coinvolgenti. Si vivono gli anni della Prima Guerra Mondiale e la Grande Depressione del 1929. Alberta Riccardi è nata a Roma, dove vive e lavora, due figlie, un marito e un cane, ha da sempre la passione per la scrittura, cui si è aggiunta nel tempo quella per la sceneggiatura. "Café Ida" è il suo primo romanzo. Tanti i ringraziamenti estesi dall'autrice e affidate alle ultime pagine del romanzo.

Tra i ringraziamenti quelli a suo padre «è da lui che è partito tutto, senza immaginare che ci avrebbe portato qui - scrive Riccardi - Qui nel senso più ampio che c'è. Come se il tempo si fosse improvvisamente annullato e le radici potessero essere riscoperte, quelle scozzesi e quelle di Roccasecca e Caprile. A mamma e papà grazie per la carica di motivazione che hanno sempre dispensato leggendo le mie cose. Scrivere è un magnifico bisogno capace di fagocitare tutti gli altri, pure quelli primari, così che si possa andare avanti a oltranza senza fermarsi. E perché mai, del resto, si dovrebbe uscire da una dimensione tanto densa? Come si fa a uscire da un flusso vitale che scorre lì davanti a te? Sei in binge-watching di qualcosa che stai creando tu. Ecco, già così, per la potenza delle emozioni che provo scrivendo, sto. Ma quando capita che questa magia viene pubblicata, allora ti apri alla meraviglia della condizione. La storia diventa di tutti, i tuoi personaggi, i luoghi e sentimenti che hai esplorato se ne vanno in giro da soli. E il pensiero che questo romanzo venga letto, magari suscitando sensazioni o riflessioni, mi genera un'impetuosa felicità per la quale sarò sempre infinitamente grata».

Domani pomeriggio il romanzo sarà presentato proprio in Ciociaria. Alle 18 la presentazione nella libreria Ubik in via Aldo Moro, a Frosinone. L'autrice dialogherà con la giornalista Laura Collinoli.