"Valli del Silenzio - Suggestioni e percorsi alla scoperta della Ciociaria": oggi alle 18 la conferenza di presentazione del progetto realizzato nell'ambito dell'iniziativa Lab Turismo, organizzata da Lazio Innova per conto della Regione Lazio, volto alla creazione di una brand identity per la Valle Latina. Capofila della proposta, che ha coinvolto oltre cinquanta partner del territorio, l'Ecomuseo Argil. Tra gli altri attori dieci comuni, una riserva naturale, l'Accademia di belle arti di Frosinone, che si è occupata della creazione del logo, associazioni, esperti e guide. Un progetto giovane e innovativo che, però, fonda le sue radici negli ultimi anni del secolo scorso.

È il 1994 quando l'archeologo Italo Biddittu, nel corso di ricognizioni lungo il tracciato di una strada in costruzione tra Ceprano e Pofi, rinviene i resti del cranio di quello che oggi è conosciuto come Homo Cepranensis, soprannominato Argil, il più antico reperto fossile in Italia e uno dei più antichi d'Europa.
L'idea dell'ecomuseo nasce tra il 1999 e il 2000 e inizia a prendere forma nel 2005 con la firma di un protocollo d'intesa tra la Provincia e i sei comuni che partecipano alla sua fondazione: Arnara, Castro dei Volsci, Ceprano, Falvaterra, Pofi e Ripi. Il nome un doveroso omaggio all'Homo Cepranensis, che rappresenta un legame storico ed evolutivo tra le comunità della Valle Latina.
Per poter meglio strutturare le attività del museo bisognerà aspettare oltre dieci anni. Finalmente nel 2017 viene varata la legge regionale per il riconoscimento e la valorizzazione degli ecomusei e si comincia a pensare a progetti di sviluppo. Nel 2019 il museo viene inserito dalla Regione Lazio nel circuito degli ecomusei regionali. Poi la pandemia.

Dall'emergenza sanitaria l'impulso di riorganizzazione. Le attività vengono spostate online. «Contro ogni aspettativa – spiega la vice presidente dell'Associazione Ecomuseo Argil Ivana Orsini – i nostri webinar sono stati molto seguiti in tutta Italia, soprattutto dalle guide turistiche, che in quel momento erano in estrema difficoltà. Ciò ci ha fatto prendere coscienza di una grande responsabilità – continua – accrescendo la voglia di aiutare il territorio». A emergere soprattutto la mancanza di consapevolezza dei patrimoni della zona, non solo da parte dei turisti ma anche dei residenti. L'obiettivo, dunque, già nella mission dell'associazione e poi delineato nel progetto, diviene sempre più quello di incrementare consapevolezza e senso di appartenenza in chi abita i territori, così da creare una cittadinanza attiva che accolga il visitatore rendendolo residente momentaneo. Non turista, ma viaggiatore.

Si delinea in tal senso un'idea di turismo non di destinazione ma di motivazione. Motivazione che viene individuata nel "silenzio". «Con l'avvento della pandemia le persone hanno ricominciato ad apprezzare un turismo "lento" – sottolinea la vice presidente – Quando si è tornati alla normalità si è ricominciato presto a parlare di "assalto alle destinazioni", ma c'è anche l'altra forma di turismo, quella di chi cerca una riconnessione con se stesso e con i luoghi che visita e che in questi cerca un'esperienza».

Da ciò scaturisce la scelta del tema del silenzio. Quell'elemento, cioè, individuato come chiave che accomuna le comunità interessate dal progetto. Un tema declinato in quattro aree: "silenzio e cammini", "silenzio e meditazione", "silenzio e storia" e "silenzio e spiritualità". Il viaggiatore può trovare tutto ciò nel patrimonio culturale, naturale e archeologico della Valle Latina. Nei tanti cammini e sentieri religiosi e laici della Ciociaria, battuti per secoli da viandanti e popolazione locale, nei paesaggi e nei luoghi della spiritualità, come chiese, abbazie, conventi. Ma anche nelle tradizioni dei borghi, come quelle che si possono trovare ancora oggi a Castro dei Volsci, in cui rivivono gli antichi mestieri, nelle testimonianze storiche e archeologiche del parco e del museo di Fregellae e di quello di Pofi, negli antichi mulini disseminati sul territorio e nelle attrazioni naturali, come le grotte di Falvaterra, in cui lo speleoturismo acquatico rappresenta una specialità unica che sta attraendo numerosi visitatori, nella pace dei monti e delle valli. Tutto ciò, nella visione del progetto "Valli del Silenzio" è declinazione di un silenzio che diventa il punto di partenza e di arrivo per un turismo lento e sostenibile alla base di una rinnovata fruibilità del territorio.