Federico Fellini ci lasciava venticinque anni fa a Roma, l'ultimo giorno del mese di ottobre: una domenica di ottobre, dunque, poco prima dell'ora di pranzo.Il giorno prima aveva compiuto cinquant'anni di matrimonio con l'amata di sempre, l'attrice Giulietta Masina. Una prima camera ardente venne allestita all'interno dell'Ospedale Policlinico Umberto I, che per due settimane, "testimoniò" l'agonia del regista (colpito da ictus, seguente a una disfagia).

Il due di novembre, una seconda camera ardente venne predisposta nello storico Teatro 5 di Cinecittà (spesso utilizzato dal Maestro come set cinematografico), con una scenografia con fondo cielo allestita appositamentenelTeatro di posa, nell'ultima rappresentazione/illusione a suggellare un'avventura artistica inarrivabile, per molti versi. Il Teatro 5, il più grande d'Europa, fu il luogo più amato da Fellini: al suo interno aveva dato libero sfogo a tutta la sua creatività. I funerali di stato vennero celebrati,il tre novembre, dal cardinale Achille Silvestrini nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma in Piazza della Repubblica. Fellini riposa all'interno del Cimitero Monumentale di Rimini, dove nacque il 20 gennaio del 1920: in suo omaggio, è stato eretto un monumento ad opera del noto artista Arnaldo Pomodoro. Fellini riposa insieme alla moglie Giulietta Masina e al figlioletto Pierfederico. Considerato uno dei maggiori registi della storia del cinema, nell'arco di quarant'anni - da "Luci del varietà" (co-diretto con Alberto Lattuada) a "La voce della luna" - Fellini ci regala una folla di personaggi (e storie) memorabili.Conosciuto in tutto il mondo soprattutto (ma non solo) per "La dolce vita", interpretato dal suo alter ego, l'attore-amico Marcello Mastroianni, Fellini si aggiudica nel corso della sua carriera ben cinque Premi Oscar: quattro nella categoria miglior film straniero ("La strada", "Le notti di Cabiria", "8 ½"e "Amarcord") ed uno alla carriera nel 1993.Geniale e visionario, Federico Fellini, ha saputo essere leggero e monumentale allo stesso tempo: inarrivabile orchestratore di immagini (tra sogno e realtà), ha incarnato alla perfezione il concetto di regista, finendo per diventare egli stesso astrazione pura, quando "venne immortalato" in un aggettivo: FELLINIANO.

Federico Fellini:
"Avevo sempre sognato, da grande, di fare l'aggettivo. Ne sono lusingato. Cosa intendano gli americani con "felliniano" posso immaginarlo: opulento, stravagante, onirico, bizzarro, nevrotico, fregnacciaro. Ecco, fregnacciaro è il termine giusto."