Janet De Nardis, direttore artistico del Roma Web Fest, ci racconta l’ultima edizione: un Festival, giunto alla IV edizione, dedicato ai migliori prodotti web seriali italiani e internazionali. Una realtà in continua mutazione, che fa dell’innovazione uno dei suoi punti di forza.
La quarta edizione del Roma Web Fest è stata la consacrazione di un lungo e faticoso lavoro a cui hanno preso parte tante giovani persone talentuose e molti professionisti del settore audiovisivo che hanno creduto nel cambiamento e nella meritocrazia.
Grande successo per la IV Edizione del Roma Web Fest, nato da una sua intuizione nel 2013. Ci può raccontare com’è nata questa esigenza?
Cercavo da tempo un'idea che mi permettesse di lavorare con o attraverso il web. Poi,un giorno, dopo avere assistito alla presentazione di una web serie al TIFF in Canada ho capito che in Italia mancava una vetrina indipendente dalle logiche che vedevano gli stessi produttori, lavorare da anni con gli stessi autori e gli stessi attori... Era ora di cambiare e per una persona come me che ha fatto la gavetta iniziando dal set come attrice, poi come autrice, direttore di produzione e ora come regista, era facile capire che qualcosa doveva essere “infranto” dall'interno del sistema. Era necessario creare una cassa di risonanza libera e reale. Un luogo dove fare selezione delle idee di qualità al di là delle raccomandazioni e delle celebrità, a volte incomprensibili...
Può spiegare ai nostri lettori, il meccanismo delle webserie e come si sono sviluppate?
Il fenomeno delle web series, di cui furono pionieri gli Stati Uniti, eÌ ormai una realtà del mondo digitale. Dai primi esperimenti negli anni '90, che dovevano fare i conti con una rete non ancora evoluta, oggi abbiamo a disposizione una rete sempre più ricca di piattaforme, da YouTube a Vimeo. In uno scenario in cui il mondo del Web stava muovendo i suoi primi passi, un giovane filmmaker newyorkese, Scott Zakarin, si era trasferito a Los Angeles per dirigere gli spot televisivi per una nota agenzia pubblicitaria. Scott fu affascinato dal web e passò il suo tempo libero nelle prime chat room, nelle quali assunse identità differenti (precursore dei Fake) ed ebbe l’idea per realizzare The Spot che fu definita “la prima serie episodica interattiva". All’interno di The Spot, giovani alla moda pubblicavano le loro avventure (come su un diario online), mentre gli “Spotfan”, ovvero il pubblico di internauti, potevano interagire con i personaggi, e la “Spotboard” (bacheca ), veniva modificata dagli autori in base ai suggerimenti e ai commenti lasciati dagli utenti. The Spot contava in media più di 100.000 visite al giorno ed è stato un fenomeno imitato da molti, fino ad arrivare ai giorni nostri, in cui i prodotti seriali webnativi sono tantissimi ed è divenuto necessario costruire una vetrina per attrarre l'attenzione su progetti innovativi, nati nella maggior parte dei casi dalla creatività di talenti sconosciuti al grande pubblico. Posso dire che la mia intuizione è stata aiutata dal momento storico che vede l'Italia al centro di una profonda crisi creativa ed economica. E' stato importante essere al posto giusto, nel momento giusto, oltre ad avere tanta tenacia e un pizzico di ambizione. In quest'ultima edizione abbiamo avuto oltre 200 opere in concorso provenienti da oltre 20 Paesi e 3 giornate ricche di Panel, workshop e tavole rotonde che hanno permesso l'analisi dei temi più interessanti del panorama artistico degli ultimi anni. La transmedialità è stata la tematica principe di tutte le discussioni e molti dei progetti presentati sono stati acquistati o opzionali da broadcaster e produttori. Finalmente abbiamo creato un mercato reale che permette l'incontro tra giovani talenti e aziende leader nel settore audiovisivo.
Rispetto alla prima edizione, qual è stato il cambiamento più rilevante?
Ogni anno è stato fatto un passo avanti rilevante. Ognuno di questi è stato fondamentale. Inizialmente il festival ha avuto la sua consacrazione a luogo di elezione della creatività che nasce dal web, grazie all'entusiasmo dei principali filmmaker e youtuber che sposarono l'iniziativa, dai the Jackal, ai The Pills, dai Licaoni, a La Buoncostume, da Daniele Doesn't matter a Claudio Di Biagio ecc.... Poi, c'è stata la seconda edizione in cui le grandi produzioni e le istituzioni hanno capito che si trattava di un territorio dalle grandi potenzialità. Nella terza edizione abbiamo avuto l'attenzione da parte dei brand italiani che hanno partecipato con i loro responsabili marketing alle giornate di festival e hanno iniziato a guardare il settore come luogo di investimento. Infine quest'anno Sky è stato il partner che ci ha permesso di essere riconosciuti come la più importante realtà dedicata alle webserie e ai fashion film. Inoltre con la collaborazione con Canal Plus e altri investitori stranieri e con la partecipazione e collaborazione dei più importanti web fest stranieri siamo stati consacrati a vetrina internazionale di successo.
Le maggiori novità dell’ultima edizione?
Partirei dal fatto che quest'edizione ha visto la partecipazione di circa diecimila persone durante le tre giornate di festival . Il gaming e le web serie interattive sono state l’argomento più sviluppato nei vari panel, e la collaborazione con la SIAE per lo sviluppo di un progetto di Workshop che ha permesso la collaborazione tra filmmaker italiani e stranieri ha arricchito l'intero progetto. Il Mibact come sempre ci ha sostenuto ed ha lanciato il primo progetto di sviluppo di webserie legato alle co-produzioni Italia/Argentina. L'ingresso nell’organizzazione del festival da parte di Micromegas Comunicazione SpA, leader nel settore Grandi Eventi, ha reso straordinario ogni momento, e la collaborazione con l'Università La Sapienza, con la quale è nato il primo corso di “Web Serie e prodotti multimediali” ha permesso di fare ricerche accurate nel settore e di presentarle all'interno delle giornate del Festival. Impossibile dimenticare l'anteprima di Westworld grazie alla Media-partnership con Sky, nonché la scoperta di talenti come nel caso degli autori della web serie Romeo + Giuly ( https://www.facebook.com/theromanpost06/videos/1901087420124418/ ), che ha vinto il premio Movieland promosso dalla Regione Lazio e dalla Roma Lazio Film Commission e che solo una settimana dopo la presentazione al Roma Web Fest ha raggiunto un milione di visualizzazioni. Inoltre la stampa ci ha seguiti con costanza attraverso articoli di elogio che ci hanno inorgoglito.
Quanto è importante per lei “fare rete”?
E' fondamentale. Nulla di tutto quello che ho costruito sarebbe stato possibile altrimenti. Nessun successo è dovuto ad una sola persona, è sempre “la squadra” a determinarne l'esito positivo. Più è grande una rete che funziona e più il processo di sviluppo di un determinato settore diventa inarrestabile. La multimedialità rappresenta un punto fermo del nostro quotidiano: come si pone, secondo il suo parere,l’intrattenimento cinematografico classico (sale e televisione) con questo nuovo contenitore, il web?Direi che il web, se usato bene può essere una linfa vitale, di rinnovo, per il cinema. I giovani frequentano poco la grande sala, ma attraverso il web e le webstar è possibile fare nascere un amore rinnovato per il luogo più bello in cui una grande storia possa essere raccontata “la sala cinematografica”. Inoltre credo nel prodotto transmedia che attraverso formati e sviluppi diversi può passare dal web, al cinema alla televisione, al fumetto come è stato per Walking Dead.
Immagino che in questi anni molti registi abbiano compiuto il “grande salto”, dal web al cinema: in questo senso il Roma Web Fest può rappresentare un trampolino di lancio per i giovani talenti?
Assolutamente sì! Lo è stato in molti casi e uno per tutti vorrei citare il caso di Ivan Silvestrini, talentuoso regista diplomatosi al Centro Sperimentale, che non riusciva a trovare la grande occasione, ma che, grazie alla web serie Stuck e al podio della prima edizione del Roma Web Fest, ha iniziato una fruttuosa collaborazione con la Rai (partner del Roma Web Fest) per poi fare incetta di premi alla terza edizione del festival con Under -The series. Da allora Ivan Silvestrini è stato regista di varie opere tra cui un film americano e un lungometraggio italiano in uscita a febbraio, prodotto da Sky.
Qualche anticipazione per il prossimo anno?
La quinta edizione sarà consacrata da un restyling dell'immagine del sito web e da nuove, importanti collaborazioni. Lo sviluppo delle giornate resterà di base quello di sempre, ma le date saranno spostate tra la fine di novembre e i primi di dicembre. Infine anche la logistica potrebbe subire delle variazioni, ma tutto sarà minuziosamente ponderato al fine di realizzare una nuova edizione che possa stupire ancora di più.