Stanno (quasi) tutti con Matteo Renzi. A livello nazionale. Ma sul piano provinciale niente è cambiato. L'uno contro l'altro armati. Come i secoli del Manzoni. Anche nel Partito Democratico provinciale è iniziata l'ennesima stagione congressuale. Insediata perfino la commissione, composta da cinque membri. Giovedì sera vertice della componente di Francesco De Angelis, Mauro Buschini e Sara Battisti, quella che fa riferimento a Matteo Orfini, presidente nazionale e reggente della segreteria del partito dopo le dimissioni dello stesso Renzi. Al congresso dello scorso anno l'area è arrivata al 40,5%, risultando maggioritaria. Il tesseramento si è appena concluso e in provincia di Frosinone le iscrizioni hanno sfiorato quota 8.500. De Angelis è convinto di oscillare tra il 47% e il 50%. Le altre componenti invece non si sbilanciano. In particolare quella del segretario Simone Costanzo, che dodici mesi fa si attestò al 13%. Il punto è che l'intesa tra De Angelis e Costanzo non appare più così blindata. Quindi ci sono le aree di Francesco Scalia e Nazzareno Pilozzi, pronte a convergere. Senza escludere un dialogo con lo stesso Costanzo. Si voterà per indicare i delegati al congresso nazionale, ma è evidente che le percentuali provinciali saranno fondamentali per decidere le candidature a Camera, Senato e Regione. Naturalmente sul piano nazionale Scalia e Pilozzi fanno diretto riferimento all'area di Renzi. Costanzo invece sta nella componente del ministro Dario Franceschini, alleata con Renzi. Almeno finora. Non è semplice orientarsi, ma una cosa è certa.  A livello locale nel Pd si sgomita. Nulla è cambiato.

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