La politica provinciale è tutta concentrata sui ballottaggi di Cassino, Alatri e Sora, ma in Italia l’esito del secondo turno nei grandi centri potrebbe condizionare fortemente il dibattito politico dei prossimi mesi, fino all’appuntamento con il referendum.
La sfida più importante è a Roma, dove Virginia Raggi (Movimento Cinque Stelle) dovrà vedersela con Roberto Giachetti (Pd). I pentastellati sono consapevoli che se conquistano la Capitale possono proporsi come alternativa di Governo alla coalizione guidata da Matteo Renzi. Lo sa Beppe Grillo (che ha fatto un passo di lato), lo sanno Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. Consapevoli, però, che una battuta d’arresto significherebbe rimettere in discussione l’intero progetto politico dei grillini.
Dal canto suo Roberto Giachetti, in caso di vittoria, griderebbe al “miracolo politico”, unitamente al premier Renzi. A Roma i Democrat sono arrivati alle elezioni comunali dopo un periodo di fortissime polemiche e frizioni interne.
A Milano testa a testa tra Giuseppe Sala e Stefano Parisi. Il primo è il candidato del Pd e dell’area della sinistra dell’ex primo cittadino Giuliano Pisapia, il secondo è sostenuto da Forza Italia, Lega e dal resto del centrodestra. In questo caso l’esame politico, al di là dell’esito del ballottaggio (che resta cruciale) è soprattutto per il centrodestra. A Torino invece è ancora duello tra Pd e Cinque Stelle. Piero Fassino punta alla conferma, Chiara Appendino alla sorpresa. A Napoli invece il sindaco Luigi De Magistris tenta il bis, sostenuto da 12 liste civiche, più Verdi e Italia dei Valori. Dall’altra parte c’è Gianni Lettieri, candidato di Forza Italia e di alcune liste civiche. Un test politico indicativo quello di domani, con un’Italia ormai tripolare: Pd, Movimento Cinque Stelle e centrodestra (non sempre unito però). Una prova generale di quello che potrebbe succedere alle politiche con l’Italicum. Ma una cosa è certa: i risultati di Roma e Milano avranno effetti dappertutto. Anche nelle province.