Il Movimento Cinque Stelle ha attaccato il Partito Democratico anche in provincia di Frosinone. E’ il segnale che le elezioni comunali saranno un banco di prova fondamentale sia sul territorio ma anche nella prospettiva del referendum autunnale, vero bivio della politica italiana. Luca Frusone, deputato pentastellato, ha sostanzialmente detto: «Il Pd governa il Paese, la Regione, la Provincia e molti Comuni. La situazione è peggiorata anche in provincia di Frosinone, dunque la responsabilità politica di chi è?». Cinque Stelle e Forza Italia hanno sottolineato, che il fatto di inserire anche il secondo giorno per poter votare è un ulteriore segnale che Matteo Renzi teme la vittoria del no al referendum. Ora, è complicato districarsi in questo ginepraio. A Cassino, Alatri, Sora e negli altri ventuno Comuni si vota per eleggere i sindaci e i consiglieri comunali: dappertutto si registrano spaccature interne incredibili, specialmente in Forza Italia e nel Partito Democratico. Poi ci sono pure delle alleanze impensabili fino a pochi anni fa. Però la domanda è: se, comunque vada, dopo il referendum si andrà alle urne, gli avversari di oggi saranno alleati? Perché il fronte del no è  molto ampio: va dal Movimento Cinque Stelle a Forza Italia, dalla Lega alla Sinistra, senza dimenticare Fratelli d’Italia.
Dal canto suo il Pd ha già iniziato la mobilitazione con i Comitati per il Sì e Matteo Renzi in persona da che il referendum rappresenterà la “madre di tutte le battaglie” politiche. Se dovesse passare abolirebbe le Province, oltre a trasformare radicalmente il Senato. Alla fine tra le variabili potrebbe esserci proprio il voto dei tanti consiglieri provinciali italiani. Perché, seppure trasformata in un ente di secondo livello, l’ente Provincia continua a contare. E a consentire un ruolo a tanti esponenti politici. Il corpo elettorale è rappresentato dagli amministratori comunali.