Il senatore Claudio Fazzone ha battuto un colpo come coordinatore regionale di Forza Italia. Respingendo le dimissioni di Alessia Savo da vicecoordinatore provinciale. Di fatto in questo modo ha aperto la strada ad una seria analisi all'interno del partito dopo il voto amministrativo del 5 giugno. In molti avevano pensato che anche stavolta non si sarebbe fatto nulla e ognuno avrebbe continuato ad andare per la sua strada. Ma il punto è politicamente serio. Non soltanto per la tempistica usata da Fazzone: comunicazione in piena campagna elettorale e a più di quattro mesi dall'iniziativa assunta da Alessia Savo. Il fatto è che il coordinamento provinciale di Forza Italia non ha affrontato nessuno dei temi sul tappeto: l'alleanza con il Pd alla Provincia, la bufera determinata dopo le affermazioni di Adriano Roma, la vicenda degli enti intermedi come l'Asi per esempio, dove il partito sostiene i Democrat e il presidente Francesco De Angelis. Poi c'è stata la vicenda della rappresentanza degli "azzurri" nel consiglio di amministrazione del Consorzio Asi, dove siede Luca Sellari. Il capogruppo di Frosinone Adriano Piacentini ha chiesto più volte una cosa semplice: Sellari è ancora da considerarsi di Forza Italia? Lo ha fatto sulla base di episodi nei quali l'esponente del cda è apparso politicamente vicino al Pd e ad Area Popolare. Non c'è nulla di strano nel chiedere che venga chiarita la situazione. Forza Italia si è arroccata, il coordinatore Pasquale Ciacciarelli e il consigliere regionale Mario Abbruzzese hanno risposto che ha la tessera del partito. Motivazione debole, dati anche i tanti precedenti al Comune di Frosinone, con consiglieri che hanno preso le distanze dalla maggioranza quando i partiti e i gruppi politici rassicuravano. Ma pure sulla stagione congressuale il coordinamento provinciale di Forza Italia non ha assunto posizione in questi mesi, dopo che Fazzone aveva richiamato al rispetto dei tempi fissati da decisioni ufficiali. Da ultimo la politica delle alleanze: l'accordo con Fratelli d'Italia e Noi con Salvini, deciso a fine dicembre, va avanti sul territorio ma con diversi "distinguo". Il tutto mentre a Roma Silvio Berlusconi lo manda all'aria. Insieme al Cavaliere c'erano Claudio Fazzone e Antonio Tajani. La sensazione è che il coordinamento provinciale abbia deciso di non prendere il "toro per le corna" su nessuno tema. Confidando forse nella distrazione di Claudio Fazzone. Ma il senatore pontino annota tutto. La resa dei conti si avvicina.