La rotazione degli assessori fu concepita da Nicola Ottaviani come un’iniziativa per tenere tutti all’interno della maggioranza di centrodestra. Chiedendo un “sacrificio”: stare fuori dall’esecutivo per cinque mesi. Ma sin dall’inizio i malumori non sono mancati, all’interno dei gruppi e da parte di qualche assessore.
Finora hanno ceduto il testimone, per poi rientrare, Carlo Gagliardi, Giampiero Fabrizi, Massimiliano Tagliaferri, Enrico Straccamore, Riccardo Mastrangeli e Fabio Tagliaferri. Adesso però si è innescato un effetto boomerang: la rotazione può dare il via ad una serie di fratture nella maggioranza di centrodestra. Da parte di Frosinone nel Cuore, per esempio: nel caso Francesco Trina (assessore all’ambiente e vicesindaco) dovesse essere invitato ad accomodarsi in panchina, i tre consiglieri della civica (Marco Ferrara, Daniele Zaccheddu e Valeria Morgia) andrebbero via e quasi sicuramente raggiungerebbero almeno un patto federativo con il Partito Democratico.
Stesso discorso per Fabio Tagliaferri: lui, che ha le deleghe alla manutenzione, dovrebbe rientrare. Ma ha chiesto l’attribuzione del ruolo di vicesindaco in virtù del fatto che è stato il secondo degli eletti nel centrodestra. Pure in questo caso, se la risposta sarà “no”, Fabio Tagliaferri andrà via. Insieme al consigliere Alessandro Petricca. Secondo autorevoli indiscrezioni la rotta è già tracciata e conduce direttamente all’Alleanza Liberalpopolare di Denis Verdini. Inoltre, non sarà semplice nel prossimo futuro chiedere l’avvicendamento a Rossella Testa e Katia Cameracanna, non fosse altro perché entrambe hanno un passato politico in partiti di centrosinistra, il Pd e i Socialisti. Rappresentano cioè quel valore aggiunto (voti potenzialmente sottratti all’area avversaria) al quale Ottaviani guarda con attenzione, specialmente in vista delle elezioni comunali del 2017. Intanto però c’è da superare lo scoglio della quarta fase della rotazione. Non sarà un passaggio semplice. E neppure indolore sul piano politico.