In realtà nessuno può permettersi una sconfitta. Non può il presidente della Provincia Antonio Pompeo, che dopo aver fatto buon viso a cattivo gioco nelle assemblee dei sindaci sull'acqua, si aspetta dal Partito Democratico una maggioranza monocolore (o quasi) che non lo costringa ad alleanze (con Forza Italia) che rischiano di logorarlo politicamente.
Perciò il 9 gennaio, giorno dello scrutinio anche se alle provinciali di voterà domenica 8, Pompeo sarà il primo a trarre le conclusioni dopo aver registrato il voto ponderato.
Non può perdere nemmeno il segretario provinciale dei Democrat Simone Costanzo, chiamato ad una prova di forza per tentare di reggere all'urto delle correnti interne. Non può perdere Domenico Alfieri, presidente del Pd, consigliere provinciale e sindaco di Paliano. L'attivismo di questi giorni del deputato Nazzareno Pilozzi, che sta passando al setaccio tutti i consigli comunali dell'area nord, si spiega con la necessità di confermare Alfieri nel ruolo di consigliere per i prossimi due anni.
Non può perdere Massimiliano Mignanelli, che, dopo essersi schierato con Francesco Mosillo alle elezioni comunali di Cassino, ha effettuato il grande salto passando nella lista del Pd, anche da indipendente. Una scelta che ha scavato un solco con Area Popolare di Alfredo Pallone. Ma Massimiliano Mignanelli sa che può conservare ruolo e valore aggiunto solo restando consigliere provinciale. Per farlo dovrà pure vincere il non semplice "derby" a Cassino con Rossella Chiusaroli (Insieme Si Vince), fedelissima di Mario Abbruzzese, leader di Forza Italia.
Non può perdere Danilo Magliocchetti, consigliere provinciale e comunale di Frosinone, elemento di punta dell'area di Mario Abbruzzese. Lui dovrà fronteggiare il "vietnam politico" all'interno della maggioranza di centrodestra del consiglio comunale di Frosinone. Non può perdere l'altro uscente di Forza Italia, Gianluca Quadrini. Ma non possono perdere nemmeno i leader di Area Popolare e Psi,rispettivamente Alfredo Pallone e Gianfranco Schietroma. Se non saranno decisivi negli equilibri del consiglio provinciale, inevitabilmente dovranno riparametrare la politica delle alleanze.
E meno male che le elezioni provinciali non interessavano più nessuno.