Il referendum sulle riforme potrebbe slittare a novembre e questo inevitabilmente aprirebbe nuovi scenari a livello locale. Il primo riguarda lâelezione dei dodici consiglieri provinciali, in teoria prevista ad ottobre. Un appuntamento destinato a sancire (o no?) la rottura dellâalleanza tra Partito Democratico e Forza Italia. Il Pd, sulla scia pure della riunificazione del gruppo consiliare allâente di piazza Gramsci, presenterà unâunica lista. Il fatto che a votare siano gli amministratori e non i cittadini potrebbe rappresentare un vantaggio sulla via dellâunità . Si tratta di raggiungere unâintesa fra le componenti, cosa già avvenuta al congresso. Forza Italia è rafforzata rispetto al 2014, non fosse altro per le vittorie alle comunali di Cassino e Sora. Siccome però il quadro nazionale è in continuo cambiamento, potrebbe pure succedere che gli âazzurriâ provino unâintesa con altre formazioni di centrodestra per saggiare la consistenza numerica e politica. Una sorta di prova generale in vista delle elezioni per il rinnovo della presidenza, in programma invece per il 2018.
Ricordiamo che lâeventuale vittoria dei sì al referendum trasforma le Province in enti di area vasta, togliendole dalla rilevanza costituzionale. Ma in ogni caso resterebbero con un assetto simile a quello attuale. Se poi dovessero farcela i no, allora lâintero impianto della legge Delrio potrebbe essere rivisto.
Comune di Frosinone: il sindaco Nicola Ottaviani scioglierà tutti i nodi (ricandidatura per il secondo mandato in primis) dopo aver valutato lâesito referendario. Per capire soprattutto se si dovesse andare verso elezioni anticipate alla Camera. Anche il centrosinistra ha gli stessi tempi. Questo significa che la fase cruciale delle candidature, della scelta delle primarie e di tutto il resto slitterà sicuramente a gennaio-febbraio 2017. Sotto porta, come sempre.
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