Tutti uniti, per riportare il centrodestra alla vittoria alle elezioni comunali di primavera. L’annuncio fu dato poco prima di Natale dagli stati maggiori di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi con Salvini. Definendo chiaramente gli obiettivi: vincere a Cassino, Sora e Alatri. Il punto non è la volontà, ma la capacità di tramutare le intenzioni in fatti. Mettendo in campo una coalizione coesa e liste competitive. Forza Italia deve risolvere i problemi al proprio interno, che non sono pochi: non c’è soltanto la contrapposizione tra Mario Abbruzzese e Antonello Iannarilli o tra Pasquale Ciacciarelli e Alessia Savo. E’ emerso abbastanza chiaramente che l’intervento in prima persona del senatore Claudio Fazzone, coordinatore regionale, rappresenta un chiaro segnale all’europarlamentare Antonio Tajani. E poi la “ribellione” di Iannarilli non è riassorbibile: ad Alatri farà le sue scelte, indipendentemente da quelle che saranno le strategie del centrodestra. Noi con Salvini si sta muovendo, ma si fatica a comprendere chi sono i referenti sul territorio. Il coordinatore regionale Umberto Fusco ha detto che gli organismi dirigenti locali verranno presi in considerazione soltanto dopo le elezioni comunali. Ma gestire una fase del genere con 25 Comuni impegnati al voto forse richiedeva punti di riferimento. Fratelli d’Italia tiene un profilo basso, quando invece servirebbe il contrario. Insomma, per il momento nel centrodestra l’alleanza è stata annunciata. Sicuramente ci sarà, ma la domanda è: basterà questo per competere e per provare a vincere? Anche perché in questi ultimi anni la coalizione è uscita sconfitta e ridimensionata a Veroli, Isola Liri, Anagni, Alatri. Dappertutto. E a Frosinone non sfugge a nessuno che il sindaco Nicola Ottaviani ha volutamente assunto un profilo civico marcato. Ottaviani si può considerare oggi un amministratore che fa riferimento a Forza Italia? Ma, tornando alle elezioni di primavera, per vincere occorreranno candidati (ai consigli comunali) radicati e forti. Le grandi battaglie e il voto di opinione non sono mai stati elementi decisivi alle amministrative. Specialmente in Ciociaria. C’è bisogno della spada, non del fioretto. C’è bisogno di combattere (politicamente) “ventre a terra”. Non di volare alto senza atterrare mai. Il centrodestra sa che non può fallire questo appuntamento, ma finora segnali forti non sono arrivati.