«Non è impossibile avere un capolista locale alle elezioni politiche, Matteo Renzi in persona ha detto che bisogna dare spazio alle personalità politiche sui territori. Insomma, non dire gatto se non l’hai nel sacco». Un autorevole esponente del Partito Democratico ripete il concetto due o tre volte, a condizione però di non uscire allo scoperto. Di questi tempi non si sa mai, soprattutto nel Partito Democratico. La frase però è indicativa, anche perché svela le grandi manovre già in corso per l’unico obiettivo che conta davvero: la candidatura alla Camera dei deputati. Nel partito è tutto un darsi di gomito: “si vota nel 2017”.  Cioè tra un anno. Cioè domani. Il tesseramento 2015 si è appena chiuso, con 5.600 iscrizioni: 1.400 in meno rispetto a un anno fa, quando però il costo era di 20 e non di 30 euro. E’ iniziata l’operazione di passare al setaccio nomi e cognomi, per capire equilibri e rapporti di forza. Ma c’è poco da girarci intorno: al posto di capolista puntano sia Francesco De Angelis che Francesco Scalia. Per le consultazioni parlamentari saranno in corsa tutti i big. Quindi, pure la senatrice Maria Spilabotte e il deputato Nazzareno Pilozzi. Ma attenzione alle alleanze. E all’Italicum, che prevede come debbano esprimersi due preferenze. Per un uomo e per una donna. Francesco De Angelis e Maria Spilabotte: l’accordo sembra scritto. Un ritorno all’antico nel nome della realpolitik. Anche se Sara Battisti proverà ad inserirsi. Francesco Scalia giocherà le sue carte soprattutto a Roma. Nazzareno Pilozzi, però, non sembra avere l’intenzione di accontentarsi di partecipare. Scalia sa perfettamente che uno come De Angelis non potrà rimanere “solo” presidente del Consorzio Asi. Per mesi si è ripetuto che nel rimpasto dei sottosegretari le possibili nomine di Simona Bonafé o David Sassoli avrebbero consentito allo stesso De Angelis di tornare a Strasburgo come parlamentare europeo. Ma questo non è successo e quindi… tutti in corsa alle politiche. Anche per moltiplicare le preferenze, come vuole Matteo Renzi in persona. Per questo motivo il congresso di marzo dirà molte cose. Non conteranno soltanto vincitori e vinti, ma pure percentuali e accordi. Perché perfino una sconfitta deve essere gestibile. Intanto però tutti con le antenne dritte: qualcuno potrebbe cercare una mediazione in extremis per arrivare ad una candidatura unitaria alla segreteria.
Franchi tiratori permettendo.