Roma, 18 nov. - (Adnkronos) - Cambiamenti climatici, incendi, abbandono e illegalità stanno mettendo a rischio in modo irrimediabile le foreste nel mondo ed è necessario porvi rimedio prima che sia troppo tardi. A lanciare l’appello, in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi (Festa dell’Albero) che si celebra il 21 novembre, è il Pefc Italia (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes), l’ente normatore della certificazione di gestione del patrimonio forestale.

Secondo l’Esa nell'agosto 2019 ci sono stati quasi cinque volte più incendi rispetto ad agosto 2018: la missione Copernicus Sentinel-3 ha infatti registrato 79.000 incendi, contro i 16.000 rilevati nello stesso periodo dell'anno scorso. Il 49% degli incendi è stato rilevato in Asia, circa il 28% in Sud America, il 16% in Africa, seguiti da quelli in Nord America, Europa ed Oceania. È di questi giorni, inoltre, l’ultima catastrofe che sta colpendo l’Australia, che arriva a pochi mesi dai devastanti incendi che hanno colpito Siberia e Amazzonia.

“L’esplosione di incendi nel 2019 mette tutto il mondo di fronte alla necessità di prendere subito decisioni rapide e azioni concrete per porre un freno alle fiamme che stanno radendo al suolo i polmoni verdi del pianeta”, dichiara Maria Cristina d’Orlando, presidente del Pefc Italia. “Le cause di questi fenomeni sono le più disparate, ma il ruolo dell’uomo è decisivo. I cambiamenti climatici hanno infatti reso la stagionalità imprevedibile e i fenomeni atmosferici più rari, improvvisi e drastici: le piogge, ad esempio, tendono sempre più a concentrarsi in brevissimi periodi e la loro violenza provoca frane e alluvioni".

Di conseguenza "gli incendi e le tempeste sono più frequenti ed intensi, come è accaduto nel caso di Vaia in Italia nell’ottobre 2018. Le foreste, inoltre, sono particolarmente esposte ai cambiamenti climatici perché le piante hanno cicli di vita che spesso superano i 100-150 anni e quindi quelle che ora sono adulte sono nate in un clima diverso”.

Senza contare che le aree danneggiate dal fuoco sono spesso anche colpite da deforestazione e abbandono. Nell'Amazzonia brasiliana il disboscamento è cresciuto del di quasi il 100% nei primi otto mesi del 2019: secondo dati ufficiali dell’Inpe (Istituto nazionale per le ricerche scientifiche) questa foresta tropicale avrebbe perso 1700,8 km quadrati nel solo mese di agosto. In Italia invece la superficie forestale è fortemente aumentata dagli anni 60, ma contemporaneamente i boschi e le aree interne sono state completamente abbandonate senza più nessuno che le gestisca.

“Agli incendi, all’abbandono e alla deforestazione si aggiunge infine la questione del traffico illegale di legno che, stando agli ultimi dati Interpol, assicura al crimine organizzato internazionale un fatturato tra i 30 e i 100 miliardi di euro ogni anno, giro d'affari secondo solo al commercio di droga e superiore anche al traffico di rifiuti e di fauna selvatica. E l'Italia è coinvolta, suo malgrado, nelle attività di importazione illegale di legno, nonostante la recente direttiva UE 995/2010 che obbliga le aziende a conoscere l'origine del legname”, dichiara Antonio Brunori, segretario generale Pefc Italia.

“Come Pefc stiamo lavorando da anni in tutto il mondo per sensibilizzare aziende e consumatori su questi temi: l'acquisto di legno, carta e altri prodotti certificati rappresenta la massima garanzia della loro origine legale e sostenibile, perché la certificazione forestale è strumento di mercato basato sull'etica e sulla trasparenza” conclude Brunori.