Rimini, 7 nov. (Adnkronos) - Dalla raccolta del rifiuto indifferenziato, con un unico cassonetto stradale, alla differenziata spinta con la valorizzazione dei materiali raccolti. Rifiuti: da scarto a risorsa. Ecco come è cambiata la gestione dei rifiuti urbani e a raccontarlo all’Adnkronos è Contarina, nata nel 1989, che quest'anno compie 30 anni.

L'azienda si occupa della gestione dei rifiuti ed eroga altri servizi ambientali in 49 comuni della provincia di Treviso. Oggi Contarina, società a completa partecipazione pubblica, conta oltre 700 dipendenti, un parco mezzi che supera le 500 unità e un fatturato di oltre 80 milioni di euro.

Racconta Michele Rasera, direttore generale di Contarina, “abbiamo una raccolta differenziata spinta che ha raggiunto l’85% su tutti i nostri 49 comuni”. In 30 anni, dunque, “è cambiato il modo di gestire i rifiuti e il sistema di smaltimento, dalla discarica a impianti che mirano alla valorizzazione dei materiali raccolti in maniera separata”.

Alcuni esempi. Contarina ha costruito vari impianti di cui è proprietaria: quello per il trattamento del rifiuto non riciclabile, una struttura per la selezione del multimateriale e un impianto di compostaggio, dove è in programma un upgrading per produrre biometano dal processo di trattamento del rifiuto organico.

Inoltre, nella nostra sede di Spresiano si trova il primo impianto sperimentale per il riciclo dei pannolini. L'azienda trevigiana sta investendo anche nella riconversione della propria flotta aziendale, attualmente a gasolio, verso sistemi green con carburanti puliti come il metano. Uno sviluppo e una crescita che non mancano però di fissare nuovi traguardi. Step futuri? Aumentare la percentuale di raccolta entro il 2022 “con l’obiettivo ambizioso di arrivare al 97% ma quello che è importante per noi è valorizzare al massimo i rifiuti differenziati grazie all'impegno quotidiano dei cittadini” afferma Sergio Baldin, presidente di Contarina.

Guardando però all’intero contesto nazionale e su come l’Italia possa vincere la sfida di una gestione sostenibile dei rifiuti, il direttore Rasera non ha dubbi: “Servono nuovi impianti e una programmazione chiara che definisca, nel prossimo futuro, il fabbisogno impiantistico e gli obiettivi che devono essere prioritari da raggiungere nei tempi stabiliti”.