Milano, 24 nov. - (Adnkronos) - “La finanza dispone di molteplici strumenti di intervento per tradurre i propri obiettivi di sostenibilità in un ambito che sia tangibile e concreto. Ma ci sono degli ostacoli, in particolare in Italia - spiega Luca Testoni, direttore ETicaNews e Esg Business Review, in occasione della presentazione del working paper ‘Finanza ESG e settore idrico’, realizzato da ETicaNews con il supporto di Gruppo Cap e Assolombarda - La risposta che emerge dalla ricerca è il riflesso di quanto avvenuto a Glasgow durante la Cop 26: esiste una volontà di investimento molto forte, la finanza è pronta ad investire nel settore idrico e comprende a pieno il valore del comparto. La volontà reciproca di comunicare si scontra con questi principali gap: l’incapacità di conoscere gli asset idrici italiani, essendo questi molto frazionati e la difficoltà regolatoria, poiché questi asset hanno una governance che spesso è di derivazione pubblica che rende molto difficile l’apertura del capitale verso l’esterno. Bisognerà quindi agire sulla riorganizzazione delle realtà dell’idrico - conclude il direttore di ETicaNews e Esg Business Review - o trovare altri strumenti che possano convivere con la governance complessa di alcune di queste aziende, quali per esempio le obbligazioni sostenibili (Green Bond)”.