(Adnkronos) - "Il volo spaziale di lunga durata - spiega Filippo Giorgio Di Girolamo del team dell'Università di Trieste - induce cambiamenti nella composizione corporea e, quasi sempre, la riduzione della massa corporea. È possibile, con un intervento a livello nutrizionale, contrastare o limitare l'effetto dannoso della microgravità sul metabolismo e sul muscolo scheletrico".

Il professore Gianni Biolo coordinatore del team dell'Università di Trieste, sottolinea infine che "i risultati ottenuti con Luca Parmitano hanno dimostrato l'efficacia dell'approccio nutrizionale proposto dal nostro team, e, in considerazione di ciò, l'Asi ha programmato con Esa di continuare lo studio Nutriss in occasione di altre due missioni di astronauti Esa sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss), quella imminente di Matthias Maurer e quella di Samantha Cristoforetti prevista nel 2022".