Palermo, 21 gen. (Adnkronos) - "Non conosco ancora le motivazioni della Corte di Cassazione ed è giusto attendere per leggerle ma mi auguro e immagino che l'intervento della Cassazione serva a ricomporre un paradosso giuridico di un imputato comunque dichiarato colpevole con sentenza definitiva al quale lo stesso Stato dovrebbe risarcire il danno". Con queste parole l'ex pm Antonio Ingroia, che rappresentò l'accusa nel processo a Bruno Contrada, commenta la decisione dei giudici a Corte Suprema di annullare con rinvio l'ordinanza della Corte d'Appello di Palermo che aveva riconosciuto all'ex numero due del Sisde la riparazione per ingiusta detenzione di 667 mila euro.

Contrada, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, si era visto annullare la sentenza dopo la pronuncia della Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu) di Strasburgo, che aveva dichiarato illegittima la sentenza dello Stato italiano. "C'è qualcosa che non funziona - dice ancora Ingroia all'Adnkronos - Speriamo che la Cassazione possa indicare una via di chiarezza anche per l'opinionrr pubblica".

Per Ingroia "la sentenza di Strasburgo è stato un colossale equivoco". "Mi sembra assurdo che di fronte a una condanna definitiva lo Stato debba essere condannato al risarcimento di un imputato ritenuto colpevole in via definitiva. E' assurdo che debba avere un risarcimento". E conclude: "Mi auguro che la Cassazione abbia posto rimedio e avrà dato delle indicazioni chiare".