ROMA (ITALPRESS) – “E’ come dire che i vaccini sono obbligatori. E’ una scelta che deve essere valutata attentamente e non con superficialità». Così, in un’intervista al Corriere della Sera, il presidente del Veneto Luca Zaia, commenta le misure francesi sul green pass. «Bisogna anche tenere conto – aggiunge – che noi ora non abbiamo vaccini per tutti. Quindi, di fronte a una costrizione più o meno diretta dovremmo essere in grado di garantire a tutti la vaccinazione. Così non è, purtroppo. Ma c’è un altro ostacolo, che noi abbiamo già sperimentato». In Veneto “siamo stati richiamati dal garante della Privacy perchè chiediamo il green pass per entrare in ospedale. C’è anche questo profilo da tenere in considerazione. “Noi utilizziamo le regole di sanità pubblica che erano in vigore un anno fa – fa notare Zaia – quando non c’erano i vaccini e il virus mieteva vittime e malati gravi. Sono regole prudenziali, lo capisco, ma ci troviamo in una fase diversa». «Mi preoccupa – prosegue – che il Veneto, in virtù del fatto che fa più tamponi in assoluto in Italia (437 ogni 100 mila abitanti), non venga penalizzato perchè fa emergere più contagiati. Ma si tratta nella stragrandissima maggioranza di soggetti asintomatici o paucisintomatici, cioè persone che non vanno in ospedale». Zaia chiede “che si modifichino i parametri che determinano il passaggio da una zona colorata all’altra. Anzichè considerare il numero dei contagiati, dobbiamo misurare i ricoverati. Quello che conta ora è il carico sugli ospedali».
La vaccinazione “deve essere volontaria. Non discuto con chi non è convinto ma lo invito ad approfittare di questo servizio che gli eviterebbe di provocare situazioni spiacevoli qualora fosse contagiato senza saperlo». Il governatore si dice “contrario a dividere i ragazzi tra vaccinati e no, come vorrebbe qualcuno. Sarebbe una forma di ghettizzazione inaccettabile. Torneremo in aula con le mascherine e in alcune scuole faremo test di controllo per monitorare la situazione. Pronti ad intervenire con la nostra macchina da guerra ormai collaudatissima».
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