BOLOGNA (ITALPRESS) – Per ripartire, al termine della durissima crisi causata dal Coronavirus, “occorre mettere al centro le persone e lo scopo per cui si fa impresa, tenendo presente in modo trasversale e continuativo l’attenzione al pianeta”. E’ nelle parole dell’amministratore delegato del Gruppo Hera, Stefano Venier, la sintesi dei temi emersi nel corso del convegno “Ritorno al futuro: le nuove frontiere per persone, imprese e sistemi industriali”, in occasione dell’appuntamento annuale della corporate university HerAcademy. Per la prima volta in modalità digitale, imprese, istituzioni e mondo accademico si sono confrontate con l’obiettivo di tracciare le linee guida per ridisegnare il domani ragionale insieme su cosa significhi oggi essere un’organizzazione con un preciso scopo di business e sociale, alla luce dei forti sconvolgimenti che hanno caratterizzato l’anno 2020.
“La crisi ha cambiato il nostro futuro e il Gruppo Hera è in prima linea per disegnare questo nuovo mondo, perchè proprio al futuro dobbiamo puntare – ha commentato Tomaso Tommasi di Vignano, presidente esecutivo del Gruppo Hera -. Il 2020 è stato indubbiamente un anno che ci ha messo alla prova sotto il profilo sanitario, economico e sociale. Il Gruppo Hera gestisce attività essenziali per le comunità e questa responsabilità è rimasta centrale per noi anche durante l’emergenza. Per questo non abbiamo mai smesso di lavorare per garantire continuità e qualità dei servizi e continuando quindi a generare valore per tutti gli stakeholder. Abbiamo dimostrato di sapere affrontare le difficoltà, anche ripensando le nostre modalità di lavoro”.
“Inoltre, da sempre – ha aggiunto -, siamo convinti che rispondere ai bisogni dei cittadini significhi anche intercettare le necessità delle fasce più deboli, un’attenzione che abbiamo mantenuto e consolidato anche durante i momenti più difficili, attivando iniziative di supporto mirate, oltre che per i nostri dipendenti, anche per clienti e fornitori. Visto il nostro ruolo sui territori, è da sempre centrale per noi la relazione e la collaborazione con le istituzioni, che anche in questa situazione di emergenza non è venuta meno e si è al contrario rafforzata. Questa emergenza è stata e continua ad essere, un forte banco di prova, ma ci fornirà preziose indicazioni per il domani”. Rinnovare il modello di business è l’imperativo emerso e ribadito nel corso dei tanti interventi che si sono succeduti nel corso del convegno.
“L’emergenza sanitaria ha mostrato quanto sia importante per le imprese farsi trovare pronte davanti a possibili rischi – ha sottolineato Venier -. Per farlo è necessario adottare uno sguardo sistemico capace di anticipare future criticità. Questo è il senso più profondo del termine resilienza. Paradigmi come quelli del valore condiviso, già consolidati all’interno del Gruppo Hera, sono stati fondamentali per consentire al mondo del business di ritrovare le ragioni sociali della propria esistenza. Nonostante questo, l’emergenza sanitaria ha messo tutti di fronte a nuove consapevolezze sul condizionamento reciproco tra organizzazioni e ambienti esterni. Sono innegabili, ad esempio, i punti in comune fra la crisi sanitaria e quella ambientale:così numerosi da averci consentito di mettere alla prova quei modelli di risk management dai quali l’impresa stessa dipende. Entrambi, infatti, hanno conseguenze su larga scala, che richiedono azioni congiunte a livello nazionale e internazionale”.
Venier ha inoltre fatto un appello al governo, affinchè realizzi un unico Piano Nazionale della Tecnologia-Ambiente-Energia, “cercando di trovare, una volta tanto, un unico documento in cui le sfide e le soluzioni si parlino tra di loro. E’ un’assoluta necessità. Ci aiuterebbe a disegnare i prossimi dieci anni”.
Uno sguardo al futuro del nostro Paese è stato invece dato da Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani, il quale si è detto “relativamente ottimista, nonostante questo secondo lockdown avrà conseguenze sui conti del quarto trimestre”.
“Se si trovano soluzioni sul piano sanitario, quindi la diffusione dei vaccini, il rimbalzo sarà abbastanza rapido, sia perchè storicamente le crisi pandemiche non hanno effetti permanenti e poi perchè le politiche monetarie e fiscali messe in atto daranno effetti positivi e si potrà arrivare ad un livello di Pil pre-crisi anche prima del previsto – ha detto -. Nel medio periodo rimane l’eredità del debito pubblico, che ora costa poco, ma non è detto che sia così per sempre. Soprattutto se dovesse aumentare il tasso di inflazione non c’è un pericolo imminente, ma un rischio nel medio e lungo termine”.
E’ intervenuto anche l’ex consigliere per l’Innovazione di Barack Obama, Alec Ross. “Dobbiamo superare la cultura della paura del fallimento in Italia: non si può innovare quando c’è questa paura del fallimento – ha spiegato -. Bisogna inoltre dare più opportunità alle prossime generazioni, che spesso non trovano in questo Paese non trovano le opportunità per realizzarsi”.
(ITALPRESS).