Scuola e sport. E poi Scuola e Sicurezza. Come anche Scuola e corretta forma fisica, sana alimentazione. Il progetto "Experience Scuola" del Frosinone Calcio – responsabile il dirigente Giuseppe Capozzoli – ha mosso il primo passo questa mattina in un Istituto Comprensivo della parte bassa del capoluogo, in Via Mastruccia. La ‘Aldo Moro' ha visto infatti protagonisti loro, gli alunni delle Scuole Medie. Oltre un centinaio di bambini, muniti di sciarpe giallazzurre ma anche grandi conoscitori dei cori da stadio, hanno accolto l'attaccante del Frosinone, Federico Dionisi, il preparatore atletico professor Paolo Nava e la dottoressa Antonella Chiapparelli della Questura, accompagnata per l'occasione da alcuni funzionari di Polizia. Ospite per l'occasione l'ex presidente storico del Coni provinciale, il professor Luigi Conte, il ‘grande papà' dello sport ciociaro per decenni.

Va ricordato che il progetto-Scuola nasce da una sinergia tra il club giallazzurro, la Questura e il Provveditorato agli studi, presente con il direttore dottor Malandrucco. Dionisi e Nava erano accompagnati dall'Ufficio Comunicazione del Club. Accolti dalla responsabile del progetto per I Istituto Comprensivo la professoressa Enza Conte, dal preside professor Lorenzo de Simone e dal vicepreside professor Dionisi Gualdini. E da tutti gli insegnanti che, prima di entrare nell'aula magna che ha ospitato l'incontro, hanno battuto sul tempo i loro alunni e si sono lasciati immortalare dagli immancabili selfie con il bomber di Cantalice.

Perché gli occhi (e soprattutto il fuoco di fila delle domande al termine degli interventi) sono stati inevitabilmente tutti per lui, re Federico. Che si è sottoposto volentieri ad una… serie di interrogazioni tutte così speciali, tornando per un attimo bambino.

Il primo intervento della mattinata è stato della dottoressa Chiapparelli. Ha spiegato con grande dovizia di particolari ed eccellente facilità di linguaggio – mentre alle spalle scorrevano le immagini del ‘Benito Stirpe' prima di una partita di calcio – il significato della Sicurezza negli Stadi. «Dobbiamo sempre più considerare – ha detto la dirigente della Questura – gli impianti come fossero dei teatri all'interno dei quali esaltare la nostra passione. E quindi è importante l'approccio, da fare nella maniera più sicura possibile. Con l'invito a tifare ‘per' e mai più ‘contro' (sull'onda del modello inglese…). Questo permetterà di riportare allo stadio sempre più numerose le famiglie, nel miglior contesto di sicurezza per tutti. A Frosinone abbiamo visto tutti uno stadio senza barriere, questo perché è cambiata la prospettiva dentro la quale agire. Uno stadio inteso come luogo dove andare a godere lo spettacolo. E quindi per quanto riguarda il nostro lavoro è fondamentale la prevenzione che, all'interno del ‘Benito Stirpe' viene curata ed osservata dal Gruppo Operativo di Sicurezza da me presieduto. Faccio un esempio: c'è un arbitro in campo e ve ne è uno al di fuori, che ad ogni partita deve decidere se dare il via libera allo svolgimento della gara stessa, qualora sussistano le adeguate condizioni di sicurezza».

E' la volta del professor Paolo Nava. Che per un giorno sale in cattedra. Tutti attenti mentre spiega l'importanza di una corretta attività fisica abbinata ad una sana alimentazione sin dall'età scolare: «Anche io da bambino correvo per andare a scuola e magari preferivo la merendina al bar ad una colazione in casa. E vi svelo un particolare: iniziare da una buona colazione a casa permette anche di essere più bravi ed attenti a scuola, ad esempio in materie come la Matematica… Ed ecco perché io in quella materia non è che fossi un granchè… E' importante – ha continuato Nava – separare sempre le cattive abitudini da quelle buone, sia nelle attività fisiche che in quelle della alimentazione. E ricordate, come diciamo anche noi ai calciatori, di bere molta acqua. Solo bevendo acqua si permette un corretto e sano stile di vita».

Il microfono passa a Dionisi. Bravo anche a districarsi nella breve presentazione di se stesso. Con un inizio che fa scattare l'applauso: «Il professor Nava è tra quelli che sta… rovinando il calcio con questi schemini su alimentazione e attività fisica. Scherzi a parte eccomi qui a voi. E come tanti di voi, ho iniziato a giocare al calcio da piccolo. Dalle mia parti (a Cantalice, in provincia di Rieti, ndr) ho anche un settore giovanile e mi rivedo in ognuno di loro. E sapete cosa dico a quei ragazzini come voi? Una cosa: il calcio lo dovete prendere come divertimento, la Scuola resta il percorso primario. Io ho fatto un percorso diverso. Ho iniziato subito a calcare i campi della serie D, tanti anni. E poi serie C. Quindi la chiamata fortunata e là sono stato bravo a sfruttare l'occasione che si presentava. Magari se vado un po' a ripercorrere la mia storia, penso ad un percorso scolastico che non mi ha visto mai molto… apassionato ma dico anche che sono stato meno fortunato di tanti altri miei colleghi che hanno iniziato nei settori giovanili di grandi club. Poi però c'è il rovescio della medaglia e realizzo che ho avuto anche io la mia fortuna rispetto a tanti amici che non ce l'hanno fatta ad arrivare come me. Sono soddisfatto, tutto sommato. Sono un buon giocatore ma non un campione. Dentro di me la spinta a far bene, a fare quello che ho fatto, l'ha data sempre la passione, che deve andare sopra ogni altra cosa. Con il giusto equilibrio».

Quindi il fuoco di fila delle domande degli alunni, novelli giornalisti. Il progetto Experience Scuola infatti prevede che, per ogni plesso scolastico visitato da qui alla fine della stagione, verranno scelti periodicamente uno o due alunni che avranno formulato le domande più attinenti ed ai quali verrà data la possibilità di partecipare ad una conferenza stampa. Dionisi se la cava benissimo anche con le risposte alle domande postegli, nell'ordine, da Antonia Minotti, Gabriele Scaccia, Francesco Simeone, Cristian Ciotoli, Fabrizio Spada, Annalaura Leoni, Giammarco Calicchia, Giada Iaboni e Samuele Santori. Ed una di queste domande è davvero interessante: «L'amicizia con i compagni di squadra è solo nel lavoro o anche al di fuori?». Toccante la risposta di Dionisi: «Qui a Frosinone c'è un grande gruppo ma non sempre nel mio passato mi sono trovato in questa ideale condizione. Ai tempi del Livorno, invece, la scomparsa di un nostro compagno di squadra, Piermario Morosini, ci ha unito ancora di più. Tanto che l'anno successivo vincemmo anche il campionato». Applausi per Dionisi che un po' si commuove ricordando quell'amico volato in Cielo troppo presto. La mattinata con il campione volge al termine. E dopo l'intervento del preside de Simone e del professor Conte è l'ora del selfie gigantesco. L'abbraccio di tutti a Federico Dionisi.