Brividi al Nestor, lunedì sera, dopo che il sipario si è aperto sulla pièce che ha visto primattore Leo Gullotta. Purtroppo la pelle d’oca non era causata dagli aleggianti fantasmi protagonisti di “Spirito allegro”, bensì dalla temperatura polare all’interno del teatro che ha impedito, ai più, una visione rilassata dello spettacolo.

La commedia

Il posticipo di campionato e il freddo pungente hanno negato a un generoso Leo Gullotta il tutto esaurito al teatro Nestor. “Spirito allegro” di Noël Coward, nella traduzione di Masolino D’Amico, è stato lo spettacolo che l’attore catanese ha proposto al pubblico frusinate, terzo appuntamento della seguitissima stagione teatrale. La commedia, del 1940, è un’elegante e divertente satira del mondo del paranormale, molto in voga negli ambienti borghesi d’oltremanica di quel periodo. La storia è ambientata nella casa di uno scrittore (Leo Gullotta) che, alla ricerca di una suggestiva esperienza utile al suo nuovo romanzo, organizza con la seconda moglie (Federica Bern) e una coppia di amici (Sergio Mascherpa e Chiara Cavalieri), una seduta spiritica invitando un’improbabile medium (Betti Pedrazzi) a partecipare. Le cose prendono un’inaspettata piega con il palesamento della sua ex moglie (Valentina Gristina), morta sette anni prima, che si insedia nella casa creando problematiche di vario genere fino all’omicidio della sua rivale vivente.

Gullotta si muove, da par suo, estremamente a suo agio sulla scena in una recitazione veloce e pungente. La scelta registica di Fabio Grossi è, nella gestione dei personaggi, estremamente retrò, disegnando dei caratteri eccessivamente macchiettistici – su tutti la domestica (Rita Abela) – che male si fondono con l’utilizzo della tecnologia del video-mapping quale supporto dell’elemento paranormale. Probabilmente, vista la scelta di affrontare i caratteri in modo “filologico”, sarebbe stato opportuno interpretare gli elementi paranormali con degli artifici teatrali tradizionali che, nella loro finzione, avrebbero reso maggiormente credibile lo spettacolo. La verve comica di Gullotta ha comunque fatto presa sul pubblico che, divertito, ha alternato sincere risate e applausi a scena aperta a frequenti brividi di cui abbiamo già detto.