I passi del dolore, scanditi da un rumore sordo, insondabile ma ugualmente penetrante. Cadevano uno dopo l’altro i soldati alleati e germanici, nel 1943 e nel 1944, lungo la linea Gustav. Loro cadevano e altri li raccoglievano e li vegliavano, in attesa di sepoltura. Più avanti sono sorti i cimiteri di guerra che “costellano” il Cassinate.

Ci sono arrivati pedalando i membri dell’Asd Ora et Labora che nel giorno di una nuova distruzione - quella del sisma nel centro Italia - hanno fatto tappa proprio in quei luoghi di riposo dove simbolicamente “madri e padri”di tutto il mondo vanno ancora oggi a portare un fiore a quei giovani soldati. Li ha visti così anche Pierangelo Buttafuoco che su “Il Fatto Quotidiano”ha raccontato il cimitero di guerra di Caira, proprio ieri, e lo strazio di «padre e madre che piangono un figlio morto in guerra mentre il monte Trocchio li osserva da lontano».

A tutti quei militari che, inconsapevolmente, hanno portato addosso insieme all’uniforme, i simboli della pace, della libertà e della democrazia, si sono rivolti gli appassionati della due ruote che hanno percorso chilometri e chilometri per portare loro un fiore.

E proprio “un fiore per la memoria” è il titolo che hanno dato a un gesto giunto alla quarta edizione a ricordo di coloro che «hanno dato la vita per la nostra libertà», ha detto Carmelo Palombo, vice sindaco ma anche appassionato di sport e membro dell’associazione. «Lo facciamo - ha aggiunto - per tenere viva la memoria di quanti hanno dato la loro vita per la libertà di cui disponiamo e per assicurare un futuro migliore alle popolazioni».

Sono partiti alle 8, poco dopo la scossa di terremoto, e hanno toccato il cimitero inglese, la campana della pace, il cimitero italiano,il cimitero francese, il cimitero tedesco e il cimitero polacco. Tutto in poche ore. Alle 14, dopo 100 chilometri di pedalate ogni fiore era stato consegnato. E giaceva lì ridente, in quei luoghi di morte, per ricordare la forza della vita. E per dire “grazie”.