Lo si capisce dai primi minuti. A volte la percezione di quel che accadrà è totalmente svincolata da valutazioni di carattere tecnico tattico o da ragionevoli previsioni impostate sulle qualità dei protagonisti in campo. A volte, e solo chi vive di calcio può comprenderlo, bastano due traiettorie strane, un rimbalzo malandrino, per capire da che parte sta il folletto del calcio, che sempre s’intriga delle vicende pedatorie e non di rado diventa addirittura decisivo. Il match del Frosinone sul prato del Ferraris inzuppato dalla pioggia può ben essere inserito in questa categoria di partite, dove inevitabilmente gli episodi andranno tutti nella stessa direzione.

E così ecco che, dopo il miracolo di Viviano a sventare l’autogol di Correa e a conclusione di una prima frazione combattuta e assolutamente equilibrata la Samp trova il guizzo, con Fernando toccato dalla grazia calcistica e quel pallone sfiorato e non raggiunto da Leali. Proprio a pochi secondi dall’intervallo, quando ormai sembrava certo che si andasse negli spogliatoi senza handicap da cancellare per alcuna delle contendenti.

E inevitabilmente è proseguita così, con i canarini che sembravano sempre sul punto di trovare la soluzione per la rimonta ma poi quel rimpallo contrario, quel piccolo errore di misura a dividere dalla gloria di giornata, fino al fatale rimpallo sul ginocchio di Ajeti, assist per l’invasato Quagliarella (ma che gli abbiamo fatto di male, segna sempre contro di noi). Amen... Più volte si va vicino al gol della bandiera ma non seguiamo nemmeno con troppa attenzione le vicende conclusive, perché bastavano le sensazioni iniziali a darci il risultato finale. Non è una scienza, men che meno un dogma, è una cosa che non ha supporti reali, ma che il folletto fosse dalla parte doriana lo avevamo capito. Che ci crediate o no.