Per anni hanno commercializzato il tartufo senza presentare le dichiarazioni fiscali e senza pagare le imposte dovute, realizzando una frode nei confronti dell’Erario per oltre 11 milioni di euro. A scoprire la frode fiscale sono stati i finanzieri della Tenenza di Sora, che
nell’ambito delle attività di controllo economico del territorio e di ricerca evasori hanno scoperto 3 aziende ubicate nell’hinterland sorano, operanti nel settore della commercializzazione del pregiato tubero, che avevano omesso la presentazione delle dichiarazioni fiscali e di versare le imposte dovute. Le operazioni di verifica fiscale, rese difficoltose in conseguenza della omessa esibizione delle scritture contabili e delle modalità di approvvigionamento del tartufo, che avveniva attraverso raccoglitori dilettanti o occasionali della provincia di Frosinone, tutti privi di Partita I.V.A., sono state eseguite attraverso controlli indiretti ed indagini bancarie, attraverso le quali è stata individuata la numerosa clientela, costituita da aziende ubicate prevalentemente nelle regioni Umbria e Marche. La ricostruzione dei flussi di denaro transitati sui conti bancari intestati alle aziende verificate e ai relativi responsabili
ha consentito di quantificare il giro di affari delle imprese verificate e di segnalare alla competente Agenzia delle Entrate la base
imponibile sottratta a tassazione ai fini delle imposte sui redditi, per un ammontare complessivo di oltre 9 milioni di euro, e l’I.V.A. evasa, per un ammontare di circa 2 milioni di euro. Al termine delle operazioni di verifica, i responsabili delle tre aziende - un
quarantanovenne di Sora e un ventottenne di Alvito – sono stati denunciati alla competente Autorità Giudiziaria per il reato di omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali, per il quale è prevista la pena della reclusione fino ad un massimo di 4 anni