Migliorare gli esiti di cura e tenere i conti in ordine. Sono questi i due "pilastri" indicati da Nicola Zingaretti per la sanità del futuro. «Perché - ha spiegato il presidente della Regione Lazio - la fine del commissariamento è un punto di partenza e non di arrivo». Aggiungendo che la novità non va né enfatizzata né minimizzata.
Il Governatore ha fatto il punto della situazione insieme al commissario straordinario della Asl di Frosinone Luigi Macchitella, alla vigilia della conferenza dei servizi che si terrà oggi. Zingaretti ha fatto esplicito riferimento alla «ricostruzione della sanità, nel Lazio e in Ciociaria», bocciando senza appello il precedente sistema delle macroaree. «Nel quale - ha evidenziato - le eccellenze stavano a Roma e i malati nelle province». Ha argomentato Zingaretti: «Noi abbiamo puntato su un sistema multipolare, sulle reti di cura e sugli investimenti. Adesso si apre una fase nuova. Il commissariamento della sanità, le province come quella di Frosinone l'hanno vissuto sulla propria pelle, con il blocco del turn over e con la chiusura degli ospedali. Ora, come per la Brexit, inizierà un periodo di transizione, fino al 31 dicembre 2018. C'è stato un enorme atto di fiducia nei nostri confronti: non c'è più il subcommissario. Lo dico forte e chiaro: occorre una sanità forte per essere forti qui. Avere delle eccellenze in un sistema che produce debiti e che cade a pezzi non serve a nulla. La sanità è utile e forte se il sistema regionale è utile e forte. Il futuro ci riserva 3.500 assunzioni e 720 milioni di euro di investimenti. Ripeto: la fine del commissariamento non significa che i problemi sono finiti. Se in un viaggio da Roma a Milano siamo a Bologna, vuol dire che non siamo ancora arrivati, ma siamo sulla strada giusta. In provincia di Frosinone, grazie anche all'opera del commissario Macchitella, le buone notizie non mancano: tasso di ospedalizzazione diminuito del 17%, aumento del 15% degli interventi di angioplastica dopo un infarto al miocardio, crescita degli interventi per frattura al collo del femore nelle 48 ore (+ 16%). Ma pure aumento degli screening mammografici. Buone notizie pure sul fronte delle assunzioni: 5 nel 2014, 75 nel 2016». Ha aggiunto Zingaretti: «Non è vero, come qualcuno ha detto, che sono migliorati i conti e non le cure. Tutti e due i parametri sono andati avanti. Abbiamo puntato sulla sanità di territorio, sulla digitalizzazione e su tutto il resto. Oggi parliamo di ciò che è avvenuto, oltre di quello che avverrà. È stata durissima e sarà durissima, ma i pilastri sono due: miglioramento delle cure e conti in ordine. Una cosa però deve essere anche chiara: il modello di dieci anni fa non tornerà più. Parliamo di un modello che aveva livelli di assistenza pari a 138 contro i 178 di oggi. Di un sistema che costava 2 miliardi di euro in più. Mai più nostalgia per chi ha portato la sanità laziale alla catastrofe». Poi Zingaretti ha dedicato un pensiero «agli eroi del Pronto Soccorso, gli operatori e i cittadini». Spiegando che per il futuro ci saranno più posti letto in strutture vicine a Frosinone». Quindi Zingaretti ha concluso: «Nella regione dei policlinici universitari e con un'età media molto alta della popolazione, occorre assolutamente riaprire la stagione dei concorsi per i ragazzi appena laureati all'Università. Perché oggi tra le difficoltà che ci sono di attingere alle graduatorie, c'è anche quella che le stesse fanno riferimento a 8, 9 o 10 anni fa. E molti hanno intrapreso un altro percorso di vita. È un tema che ho posto al Governo e che intendo porre anche ai sindacati. È evidente che i neo laureati hanno una diversa carica emotiva. Sono convinto che sulla sanità le "battaglie" continueranno. Ma c'è una differenza non da poco rispetto al passato. Prima le battaglie si perdevano, mentre adesso si vincono. Non dobbiamo fare errori però e neppure pensare che adesso è tutto a posto».